«Badate a fare la strada di Gesù»
Il Concistoro. La Chiesa ha 21 nuovi cardinali creati dal Papa il 7 dicembre nella basilica di San Pietro
DI M. MICHELA NICOLAIS
Sabato 7 dicembre Papa Francesco ha presieduto il suo decimo Concistoro nel quale sono stati creati 21 nuovi cardinali. Il Collegio cardinalizio, dopo queste nomine, è ora formato da 253 componenti, di cui 140 elettori e 113 non elettori. Tra i neo porporati il più anziano è Mons. Angelo Acerbi, 99 anni, diplomatico della Santa Sede e prelato emerito dei Cavalieri di Malta, mentre il più giovane è Mons. Mykola Bychok, vescovo della Chiesa greco-cattolica ucraina a Melbourne, in Australia, che ha 44 anni. Gli altri cardinali italiani eletti, oltre a Mons. Acerbi, sono Mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino, P. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Mons. Domenico Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli e Mons. Baldassare (Baldo) Reina, vicario generale per la Diocesi di Roma. Papa Francesco nell’omelia ha esordito citando il “guazzabuglio del cuore umano” di manzoniana memoria e ha fatto della sua ultima enciclica, Dilexit nos, il filo rosso del mandato affidato alle nuove porpore.
«Badate bene a fare la strada di Gesù» – è stata la prima raccomandazione di Francesco: «Cosa significa questo? Fare la strada di Gesù significa anzitutto ritornare a Lui e rimettere Lui al centro di tutto». Secondo il Papa può succedere, come ai discepoli, «che il nostro cuore perda la strada, lasciandosi abbagliare dal fascino del prestigio, dalla seduzione del potere, da un entusiasmo troppo umano per il nostro Signore». Ecco perché «è importante guardarci dentro, metterci con umiltà davanti a Dio e con onestà davanti a noi stessi, e chiederci: dove sta andando il mio cuore? In quale direzione si muove? Forse sto sbagliando strada?».
«Nella vita spirituale come in quella pastorale, rischiamo a volte di concentrarci sui contorni, dimenticando l’essenziale. – il grido d’allarme del Papa – Troppo spesso le cose secondarie prendono il posto di ciò che è necessario, le esteriorità prevalgono su quello che conta davvero, ci tuffiamo in attività che riteniamo urgenti, senza arrivare al cuore». Il monito di Francesco è stato chiaro: «E, invece, abbiamo sempre bisogno di ritornare al centro, di recuperare il fondamento, di spogliarci di ciò che è superfluo per rivestirci di Cristo. Anche la parola “cardine” ci richiama a questo, indicando il perno su cui viene inserito il battente di una porta: è un punto fermo di appoggio, di sostegno. Ecco, cari fratelli: Gesù è il punto d’appoggio fondamentale, il centro di gravità del nostro servizio, il punto cardinale che orienta tutta la nostra vita». «Fare la strada di Gesù significa anche coltivare la passione dell’incontro. ha spiegato il Santo Padre – Gesù non fa mai la strada da solo; il suo legame con il Padre non lo isola dalle vicende e dal dolore del mondo». Francesco ha poi osservato: «E, così, lungo la strada, il Signore incontra i volti delle persone segnate dalla sofferenza, si fa vicino a coloro che hanno perduto la speranza, solleva quanti sono caduti, guarisce chi è nella malattia. Le strade di Gesù sono popolate di volti e di storie e, mentre passa, egli asciuga le lacrime di coloro che piangono, risana i cuori affranti e fascia le loro ferite». Dopo l’omelia i cardinali hanno ricevuto la berretta cardinalizia, l’anello, lo zucchetto e la bolla con l’assegnazione del titolo, e hanno giurato fedeltà e obbedienza al Papa. Il rito si è concluso con l’affidamento dell’intera assemblea a Maria, alla vigilia dell’Immacolata Concezione.