6 nuovi membri nella Confraternita della Beata Vergine del Gonfalone

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La cerimonia di vestizione a Viguzzolo alla vigilia dell’Immacolata Concezione

VIGUZZOLO- Alla vigilia della solennità dell’Immacolata la Confraternita della Beata Vergine del Gonfalone di Viguzzolo ha vissuto un momento significativo e importante con la vestizione di cinque nuovi confratelli (di cui alcuni appena ventenni) che sono Armando Carniglia, Diego Breggion, Carlo Daniele, Francesco Gualco e Andrea Mensi e della nuova giovane consorella Alice Frascaroli. Il rito si è svolto al termine della Messa prefestiva nell’oratorio della Confraternita alla presenza del Priore diocesano Guido Vigo. Erano presenti anche il vice Priore Pier Luigi Piccinini e altri membri della Confraternita della SS. Trinità e di san Giovanni Battista. Ha celebrato don Gino Bava nella duplice veste di parroco e delegato vescovile per le Confraternite e nell’omelia ha evidenziato che le Confraternite diocesane, pur essendo ancora una bella realtà viva e attiva, sono contrassegnate da una mancanza di vitalità che solo i giovani possono dare. «L’ingresso di sei nuovi confratelli– ha aggiunto don Bava – è un segno che c’è ancora speranza per le confraternite, che sono non solo un tesoro prezioso dell’associazionismo ecclesiale e laicale, ma anche un’eredità impegnativa e cara anche per le nuove generazioni. Occorre rilanciare questo spirito di rinnovamento nel mondo confraternale diocesano, che sia all’altezza delle sfide del futuro e della storia, un rinnovamento che sappia conservare, vivificare, e trasmettere tradizioni di fede e pietà popolare e insieme un vero e un autentico spirito cristiano di fraternità e carità». Le confraternite fin dal Medioevo hanno rappresentato un importante esempio di associazionismo dei laici. Il Concilio Vaticano II ha affermato che tutte le forme di apostolato laicale e quindi anche le confraternite “non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo” (Apostolicam Actuositatem, 19). Il Delegato vescovile ha ricordato che è necessario sentirsi parte della Chiesa e amare la Chiesa. «Chi entra a far parte di una Confraternita, – ha aggiunto – intende dare un senso più serio alla propria vita cristiana e ciò che si chiede ai neoconfratelli è quello che si chiede ad ogni cristiano ma con un impegno pubblico di fronte ad un sodalizio specifico e alla Chiesa rappresentata dai suoi ministri». Al termine della celebrazione il Priore Diocesano si è detto emozionato e grato al Signore per i suoi primi passi nel servizio ecclesiale intrapreso. Riprendendo le tematiche sottolineate dal delegato, ha augurato al mondo delle confraternite di assumere sempre più un ruolo di protagonisti del cammino che la Chiesa, specie quella diocesana, sta compiendo specialmente nella cura del culto liturgico e degli oratori, nell’attenzione alla propria formazione cristiana mediante la partecipazione a momenti di catechesi, nella sollecitudine per le opere di carità e di misericordia e nella collaborazione con il vescovo, i parroci e i cappellani nell’attuazione delle comunità pastorali e nel sostegno alla missione evangelizzatrice.

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