«La Sua gioia è la nostra forza!»
Giornata mondiale della Vita Consacrata. Appuntamento il 2 febbraio: nella nostra Diocesi coinciderà con il Giubileo per i religiosi, le religiose e i consacrati. Per l’occasione abbiamo intervistato le tre suore, Figlie di Maria Santissima della Neve, che oggi operano a Voghera
DI DANIELA CATALANO
Quest’anno la XXIX Giornata mondiale della Vita Consacrata, che si celebra il 2 febbraio, nella nostra Diocesi assume un significato particolare perché coinciderà con il Giubileo per i religiosi, le religiose e i consacrati, preludio a quello della Chiesa universale, in programma l’8 e il 9 ottobre a Roma. Domenica prossima alle ore 17 il vescovo Mons. Guido Marini celebrerà l’Eucaristia in cattedrale, durante la quale saranno ricordati anche gli anniversari religiosi, alla presenza di don Maurizio Ceriani, vicario episcopale per la Vita Consacrata.
È stato san Giovanni Paolo II nel 1997 a scegliere la festa della Presentazione di Gesù al Tempio come data della Giornata. La Vergine Madre che porta al tempio il Figlio, aveva spiegato il Pontefice, «esprime bene la figura della Chiesa che continua a offrire i suoi figli e le sue figlie al Padre celeste, associandoli all’unica oblazione di Cristo, causa e modello di ogni consacrazione nella Chiesa». La ricorrenza, infatti, si caratterizza per l’accensione e la benedizione dei ceri, simbolo di Cristo, vera luce nel mondo.
La Vita Consacrata è per il mondo un dono che viene dallo Spirito per far risuonare la voce di Dio. L’Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 2023, durante i lavori della prima sessione, parlando della Vita Consacrata, ha affermato: “Le diverse famiglie religiose mostrano la bellezza della sequela del Signore, sul monte della preghiera e sulle strade del mondo, nelle forme di vita comunitaria, nella solitudine del deserto e sulla frontiera delle sfide culturali”. Pur di fronte a un continuo assottigliarsi dei numeri e all’aumento dell’età dei consacrati e delle consacrate, è molto importante vivere la Giornata come un momento per riscoprire la bellezza della vita consacrata “dono per la Chiesa e per il mondo”. In questa occasione abbiamo voluto conoscere meglio una nuova comunità religiosa che dal 16 gennaio 2023 è stata accolta in Diocesi, precisamente nella Comunità Pastorale di Voghera.
È formata da tre suore della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima della Neve, che svolgono una missione ben precisa: crescere spiritualmente e offrire supporto pastorale, soprattutto ai giovani. Suor Mariateresa, suor Maria Patrizia e suor Maria Roberta, insieme ai sacerdoti, don Marco Daniele e don Cristiano Orezzi, sono impegnate nelle attività parrocchiali, nel doposcuola, nel catechismo, negli oratori e nell’accompagnamento spirituale all’interno dell’istituto diocesano “Santachiara” e collaborano anche a iniziative diocesane attraverso il Centro Missionario e la Comunicazione Sociale. Le Figlie di N.S. della Neve sono nate a Savona nel 1830, a opera del canonico Giovanni Battista Becchi, sacerdote savonese, che animato da un profondo amore per Dio e per il prossimo, accolse alcune giovani, offrendo loro una solida formazione religiosa e abilità pratiche da donare alla Chiesa locale. Inizialmente la congregazione ha creato scuole e asili e ha dato assistenza ai malati e carcerati, ma con il tempo si è ampliata per rispondere alle necessità delle comunità locali. L’opera si è estesa dalla Liguria al Piemonte, alla Lombardia, al Lazio, fino ad arrivare in Brasile e in Perù. Oggi, ispirate dal carisma del fondatore, le Figlie di N. S. della Neve continuano a portare avanti la missione educativa, spirituale e caritativa.
Suor Mariateresa, suor Maria Patrizia e suor Maria Roberta sono persone molto diverse, con storie differenti, ma insieme, come loro stesse affermano, sono «il riflesso di un amore che continua a sorprendere». Suor Mariateresa è cresciuta a Sanremo, sin da bambina è rimasta affascinata dalla dedizione delle suore che si prendevano cura dei bambini dell’asilo. Questo affetto per la cura dei più fragili è stato il primo seme della sua vocazione. Suor Maria Patrizia è nata a Genova Pegli e ha trascorso la sua infanzia e adolescenza nelle scuole delle suore. Fin da giovane ha osservato con ammirazione il modo di stare con i ragazzi delle religiose e ne è rimasta profondamente colpita. A 19 anni ha preso la decisione che le ha cambiato la sua vita, rispondendo con coraggio alla chiamata che sentiva nel cuore.
Suor Maria Roberta, che andava a scuola dalle suore, all’età di 14 anni, dalla suora che insegnava latino ha imparato che «si poteva guardare la vita in faccia e sentirsi liberi». «Io ero una ragazzina tutta mare e vacanze che tifava Genoa, insomma, una ligure purosangue, – racconta suor Roberta– e il Signore mi ha fatto sua sposa!».
«Tutte e tre, pur provenendo da contesti diversi, – prosegue suor Roberta – siamo rimaste legate da esperienze simili: incontri con persone che ci hanno toccato nel profondo e che ci hanno orientato verso questa vita. Commosse così profondamente, abbiamo subito capito che quello era ciò che desideravamo vivere anche noi. Un cammino che, seppur tortuoso e pieno di salite, è sempre stato possibile, perché accompagnato dalle persone giuste». «Essere suora – conclude la religiosa – significa vivere l’attesa di Cristo e allo stesso tempo l’esperienza della sua vicinanza. È il modo di affrontare la quotidianità, dalle fatiche del lavoro agli impegni comunitari, passando dalla compagnia ai momenti di solitudine. E così, giorno dopo giorno, viviamo questa avventura con Lui, convinte che la Sua gioia sia davvero la nostra forza!».