Pensione, lusso o miraggio

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Di Cesare Raviolo

Con 17.775.766 vitalizi vigenti al 1° gennaio 2024, di cui 13.632.992 (76,7%) di natura previdenziale e 4.142.774 (23,3%) di natura assistenziale, per un importo complessivo annuo pari a 248,7 miliardi di euro, il sistema pensionistico italiano rappresenta una importante realtà socio-economica. Impietosamente, però, la medesima statistica di fonte Inps rileva che più del 53% di queste pensioni non supera i 750 euro mensili, mentre l’importo medio delle pensioni di vecchiaia non arriva a 1500,00 euro. La recente legge di bilancio 2025 non offre grandi novità e l’andamento demografico contribuisce a rendere tristi anche le prospettive. È prevista la possibilità di rimanere in servizio fino a 70 anni per i dipendenti della Pubblica Amministrazione; per le pensioni calcolate con il sistema contributivo è rafforzata l’agevolazione riservata alle madri con 4 figli per le quali l’età di accesso sarà abbassata di 16 mesi; chi accede alla pensione anticipata “classica”, cioè senza il requisito dell’età ma con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) viene esentato dalle imposte e godrà del taglio sui contributi da versare all’Inps; i lavoratori interamente contributivi (che hanno iniziato a versare contributi dal 1995) potranno accedere alla pensione anticipata a partire dai 64 anni di età, sfruttando la possibilità di cumulare una quota della rendita proveniente dalla previdenza complementare, ma il requisito contributivo salirà da 20 a 25 anni, per poi aumentare a 30 anni dal 2030, mentre continuerà ad applicarsi l’adeguamento agli eventuali miglioramenti nella speranza di vita. Per quanto riguarda le pensioni già in essere, non è stata confermata la proroga del meccanismo di rivalutazione per fasce introdotto per il biennio 2023-24 e sul quale viene applicata in modo diverso la rivalutazione annuale. Per l’anno 2025, l’importo mensile dell’assegno sociale è aumentato di 8 euro e sale di 104 euro la soglia di reddito massimo per averne diritto. Per le pensioni minime è confermato l’aumento del 2,2% per il 2025 e del 1,3% per il 2026. Nel complesso, la manovra di bilancio sul capitolo pensioni appare in continuità con le misure introdotte lo scorso anno, che incentivano la permanenza al lavoro e rappresenta una sostanziale rinuncia alla riforma complessiva che avrebbe dovuto mandare in soffitta la Legge Fornero. Per i giovani, dunque, la pensione diventa sempre più un miraggio, mentre per gli anziani, attuali pensionati, un vitalizio dignitoso sarà un lusso.

raviolocesare@gmail.com

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