Allarme rientrato, tutto nella norma

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Tortona, problema acqua. Dopo l’indagine di Greenpeace, che aveva suscitato una certa preoccupazione per la presenza di Pfas nella rete idrica, il Comune ha incaricato Gestione Acqua di approfondire la questione: i valori in città sono ben al di sotto dei limiti imposti dalla legge

DI STEFANO BROCCHETTI

Nelle settimane scorse è stato pubblicato il rapporto di Greenpeace relativo alla presenza di Pfas, sostanze perfluoroalchiliche inquinanti, nell’acqua analizzata sul territorio di Tortona. Non è un fatto inedito, poiché la presenza di queste sostanze nelle acque locali era nota fin dal 2020 e da allora era stato avviato uno specifico monitoraggio. I valori rilevati da Greenpeace riferiscono di circa 38 nanogrammi (0,38 mg/l) per litro d’acqua, un dato comunque al di sotto della soglia di 100 nanogrammi (0,1 mg/l) fissato per la legge che entrerà in vigore dal gennaio 2026. La diffusione di questa ricerca ha suscitato un certo allarmismo nell’opinione pubblica, soprattutto per il fatto che Tortona è risultata la località non solo provinciale ma regionale con la maggior concentrazione di Pfas. Ma sono tante le variabili che influenzano il dato e che vanno considerate in analisi complessiva, a cominciare dal punto in cui le acque vengono prelevate. A tale proposito il sindaco Federico Chiodi ha chiesto approfondimenti alla società Gestione Acqua, incaricata del servizio: «Siamo al corrente della situazione che monitoriamo con grande attenzione, in collaborazione con Arpa Piemonte e il gestore del servizio idrico Gestione Acqua, già dal 2020. Come emerge dall’indagine di Greenpeace, purtroppo queste sostanze si trovano nelle acque della stragrande maggioranza dei bacini idrici del nostro Paese. Per stessa ammissione dell’associazione ambientalista la ricerca è mirata a modificare la normativa che entrerà in vigore nel 2026, allo scopo di ridurre i limiti massimi concessi di queste particelle nell’acqua pubblica. Comprendo la finalità ma non per questo si devono creare allarmismi, anche perché i valori di Tortona sono ben al di sotto dei limiti che la normativa nel 2026 imporrà».

Il dato oggi è di 39 nanogrammi (3,9 microgrammi) su una soglia limite di 100 nanogrammi (10 microgrammi). Significativi i contenuti della risposta fornita da Gestione Acqua al Comune: nel corso del 2024, per le sole acque di approvvigionamento di Tortona, sono stati svolti trenta campionamenti allo scopo di costruire uno storico specifico: nel corso dell’anno si è potuto riscontrate un’oscillazione media tra 0,02 e 0,04 mg/l, in linea con i campioni prelevati negli anni precedenti. «Al netto dei toni che possono trasparire da indagini terze, – dichiara Gestione Acqua – svolte per promuovere specifiche campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica anche attraverso l’uso di unità di misura inferiori a quanto previsto per gli specifici indicatori nella normativa di riferimento, per quanto attiene alla realtà della rete idrica di Tortona non si ravvisano criticità rispetto all’entrata in vigore dei futuri limiti sui Pfas nelle acque destinate al consumo umano. Si ricorda infine come l’acqua emunta presso il complesso pozzigalleria filtrante della frazione Castellar Ponzano alimenti anche le reti idriche dei comuni di Alzano Scrivia, Guazzora, Isola Sant’Antonio e Molino dei Torti, vista la precauzionale chiusura dei pozzi di tali comuni a causa dei valori di Pfas rilevati». Il sindaco Chiodi conclude: «La responsabilità del Comune è di continuare a vigilare, tenendo alta l’attenzione sul problema e sulla situazione tortonese. Per questo abbiamo sollecitato l’approfondimento con Gestione Acqua, per confrontare i dati ufficiali dei loro laboratori con quelli esposti nel report di Greenpeace». Intanto “Cittadinanza Attiva” di Tortona fa sapere che sta seguendo la vicenda e ha intenzione di elaborare a breve un documento ufficiale su quanto accaduto.

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