Il futuro si chiamerà Futura

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Di Ennio Chiodi

“E se è una femmina si chiamerà Futura… ”. Siamo nel 1980 quando Lucio Dalla immagina i sogni di una coppia della Berlino ancora divisa dal muro, proiettati nella vita di una figlia che sperano possa vivere in un mondo migliore. C’è ancora la guerra fredda, la tensione nucleare, il terrore di regimi tirannici e autocratici. “Ci sono i russi e gli americani…”. Il futuro di “Futura” è incerto e nebuloso. “Chissà, chissà, domani…”. Anche oggi – di nuovo – ci sono quei russi e quegli americani. Anche oggi “il mondo sembra fatto di vetro” ma, in questi giorni particolarmente dedicati alle donne e ai loro diritti, possiamo azzardarci a pensare al futuro delle nostre figlie e delle nostre nipoti con maggiore fiducia e ottimismo, anche in uno strano Paese dove le disparità di genere sono ben evidenti. Le ragazze, che vediamo spesso determinate e competitive, “non avranno paura” come la Futura di Lucio Dalla. Dimostrano una maggiore propensione allo studio rispetto ai maschi: rappresentano il 60% dei laureati in Italia e ottengono risultati migliori. Nel mondo del lavoro– dove incontrano ancora troppe difficoltà possono vantare diplomi e lauree in numero maggiore dei loro colleghi, premessa essenziale per un rapido cambiamento nella progressione delle carriere. Nel pubblico e nel privato farcela è, per loro, più tosto ma, se ce la fanno, è difficile che mollino. Prediligono ancora le discipline umanistiche e artistiche, ma sono sempre più attratte dalla sfida tecnica e scientifica. La percentuale di presenza femminile nella ricerca scientifica in Italia – secondo il prestigioso report “Gender in research” – è del 44%, superiore alla media europea del 39%. Nel campo della Sanità e della Medicina in particolare le donne sono in crescita esponenziale. I dati forniti dall’Ordine nazionale ci informano che tra i medici over 75 sono donne solo il 16%, ma parliamo, con tutto il rispetto, di superstiti. Già sotto i 50 anni le donne sono il 60% e tra i 40 e i 44 anni sono ben il 64%. Ben diverso è il discorso ai vertici dove la netta maggioranza delle posizione apicali è ancora occupata da uomini, ma le proiezioni statistiche prevedono rapidi aggiustamenti. Nel mondo dell’Università – ancora troppo spesso condizionato da protezioni familiari e clientelari la salita è più ardua però nella scuola non c’è storia: oltre il 70% del corpo docente è donna. Le indagini dei principali istituti demoscopici concordano: con la progressione delle carriere si rafforzano ambizioni e consapevolezza. Formazione, salute, benessere, ricerca. Il nostro futuro più prezioso sarà in gran parte nelle mani delle nostre ragazze di oggi: delle nostre splendide Future. Siamo in buone mani.

ennio.chiodi@gmail.com

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