Dare senso alla Quaresima
Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati
LEI
Mercoledì 5 marzo il rito delle Ceneri e da lì l’inizio del tempo quaresimale. Di Natale si ricordano tutti, a ottobre siamo già immersi nelle luci e impensieriti per pranzi, cene e regali. Anche i proverbi in questo caso sono un po’ fuorvianti tipo “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”… come se Pasqua non fosse l’evento più importante della storia della nostra religione. La Resurrezione è un fatto, se non ci crediamo seriamente non abbiamo nessun motivo di professare nulla. San Tommaso viene spesso ricordato e anche malamente giudicato per ciò che ha detto: “Se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò”. Davvero è beato chi crede senza vedere, ma a san Tommaso andrebbe almeno riconosciuto il fatto di avere capito l’enormità e la serietà dell’argomento Resurrezione. Perché se non fosse davvero accaduto, il Signore Gesù non ci avrebbe redenti dalla morte donandoci la salvezza. Io prego che la mia Quaresima sia un tempo di riflessione e meditazione sul valore di questa attesa. Non amo molto i “fioretti” ma non perché non voglia rinunciare a niente, è solo che talvolta si trasformano in una dieta o in un conto alla rovescia per tornare a fare ciò che ci piace. Digiunerò un po’ dal mondo. Vorrei non lasciarmi travolgere dalle mille cose o pensieri quotidiani per dedicarmi di più alla preghiera e per ringraziare Gesù che mi ama così tanto da farsi crocifiggere anche per me.
arifer.77@libero.it
LUI
Inizia la Quaresima, io e Arianna sistemiamo turni di lavoro e impegni vari per partecipare insieme alla celebrazione del Mercoledì delle Ceneri. Quaresima “tempo di grazia”, ci ricordano ogni anno, ma noi che cosa ci siano venuti a fare? Quaresima? Là fuori pensano ad altro: questo è il tempo tra gennaio mese della colpa e della dieta dopo le grandi abbuffate di fine anno e quello delle vacanze di primavera (pare di ricordare che si chiami Pasqua), quando magari si faranno pure le prime gite al mare. E dell’oblio della Quaresima fa le spese pure il Carnevale (che infatti ha senso in funzione di quella), ormai rottamato a favore di Halloween come ha ben raccontato la settimana scorsa Silvia Malaspina. Però la Quaresima inizia, le ceneri scendono sul nostro capo, “polvere sei e polvere ritornerai”. Una verità antica, semplice e profondissima, fa crollare la disperata illusione del mondo e la frenetica successione di surrogati di senso. E sì, perché Sanremo, le vacanze, Instagram, la chirurgia estetica non basteranno mai a saziare il nostro insopprimibile bisogno di significato, nemmeno l’Intelligenza Artificiale con le sue mirabilia, e dentro di noi lo sappiamo bene. La Quaresima svela la verità: il re (del mondo) è nudo. E ci introduce nel deserto, luogo spaventoso e arido ma anche luogo in cui Israele incontra il Signore, luogo in cui l’uomo, spogliato dalla falsità e libero dalle sue catene, può scoprire il senso della sua vita, quello di essere creatura amata, di essere figlio di Dio.
andrea.rovati.broni@gmail.com