C’è economia ed economia…
Di Cesare Raviolo
Il momento non particolarmente felice che, per tanti motivi, sta attraversando l’economia di mercato o capitalista, che di fatto è l’economia tout court, suggerisce di guardare ad altre economie (civile, circolare, di comunione), dove categorie co- me dono, riciclo, partecipazione hanno preso il posto di concetti come profitto, costo, ricavo. L’economia civile interpreta l’intera economia sulla base della teoria del mercato, ma fondata sui principi di reciprocità e fraternità, alternativa a quella capitalistica. I principali esponenti contemporanei di questa scuola di pensiero, che affonda le sue radici nell’illuminismo napoletano di Antonio Genovesi (1713-1769), sono Stefano Zamagni e Luigino Bruni. Essa accet- ta i concetti di divisione del lavoro, di sviluppo e di impresa, ma punta a un fine di- verso: l’economia di mercato ha come proprio fine il bene totale, anche sacrificando il bene di qualcuno per il vantaggio di qualcun altro; l’economia civile persegue il bene comune. L’economia circolare individua un sistema in grado di autorigenerarsi, garantendo anche la sua ecosostenibilità e nel quale i flussi di materiali possono essere biologici, cioè reintegrabili nella biosfera, e tecnici, cioè rivalorizzabili senza entrare nella biosfera. È stato Kenneth E. Boulding (1910-1993) a sviluppare, nel 1966, l’idea di un circuito circolare dei materiali, da realizzare non solo durante il processo produttivo, ma già in sede di progettazione dei beni, per ridurre gli sprechi di risorse naturali e la quantità di rifiuti da gestire. L’economia di comunione (EdC) mira a promuovere una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità e alla reciprocità. Nata in Brasile nel 1991 per iniziativa della fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich (1920-2008), l’EdC propone la diffusione della “cultura del dare” quale antidoto alla “cultura dell’avere”, per combattere le varie forme di indigenza, esclusione e miseria con una duplice inclusione: comunitaria e produttiva, attraverso eventi formativi per i gio- vani e con l’esemplarità dei “poli” produttivi e industriali delle cittadelle del Movi- mento, come quella di Loppiano (FI). Forse queste “altre” economie non sono immediatamente applicabili su vasta scala, ma meriterebbero più considerazione, così come i giovani economisti e imprenditori del Movimento internazionale “The Economy of Francesco”, impegnati, dal “Patto di Assisi” del 2022, a innescare un processo di cambiamento per un’economia giu- sta, fraterna, sostenibile.
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