L’Italia vince il mondiale di bowling con Massimo Brandolini

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La nazionale ha conquistato l’oro ad Hong Kong ed è allenata da un ct che è nato a Voghera

VOGHERA – Nei giorni scorsi, la nazionale italiana di bowling ha conquistato la medaglia d’oro ai mondiali di Hong Kong. Il commissario tecnico che ha condotto i nostri atleti a questa impresa è un vogherese, Massimo Brandolini, 56 anni. Oggi vive a Grezzago, un paese in provincia di Milano e lavora nel capoluogo lombardo come impiegato, ma torna ogni fine settimana in Oltrepò per trovare la mamma, il fratello e sua figlia. Lo abbiamo intervistato.

 

Vi aspettavate questa vittoria o è stata una sorpresa?

“Non ci aspettavamo di vincere, ma il nostro obiettivo era arrivare nei primi dieci. Invece abbiamo fatto un capolavoro con la c maiuscola.

Arrivare alla medaglia d’oro era un sogno. Siamo una piccola federazione, tutte persone che svolgono un’altra attività, e abbiamo giocato contro dei super professionisti che fanno di questo sport un lavoro. Oltre ad aver superato mostri sacri come Usa e Canada nella fase finale, nelle qualifiche ci siamo confrontati con altre nazioni come Finlandia, Svezia, Singapore, Cina, Malaysia, Corea, Paesi in cui i giocatori sono professionisti o semi professionisti.

Pensate che in Corea se uno sportivo vince una medaglia, di qualunque colore, ha la pensione assicurata, a prescindere dall’età. A Singapore sono tantissimi che giocano, in Malaysia ci sono investimenti statali nello sport. Questo rende la nostra impresa ancora più grande”.

 

Siete stati invitati anche alla “Domenica sportiva” su Rai Due.

“Per noi è stato inimmaginabile poter partecipare alla famosa trasmissione sportiva.

Sinceramente pensavamo che avremmo riscosso interesse solo nel nostro ambiente, invece dopo poche ore avevamo addosso l’attenzione di diversi media italiani. Anche questa è stata una sorpresa e non eravamo pronti a questa ondata mediatica. La Federazione, tramite il Coni, ci ha fornito un responsabile della comunicazione che ha fatto da intermediario”.

 

Da quanto tempo è commissario tecnico?

“Sono coach da sei anni. Si sono avvicendanti vari consigli e io ho avuto la conferma da tre consiglieri diversi. Il gruppo è cambiato nel tempo.

Il nostro progetto era iniziato cinque anni fa, ho subito puntato sui giovani, anche se ho tenuto giocatori di esperienza, con una forte dote umana. I ragazzi hanno vinto con tanta umiltà, qualità.

Non potremo mai valere certe potenze, ma insieme abbiamo saputo crescere.

Abbiamo stupito tutti per la nostra coesione e spirito di squadra.

Non siamo stati fortunati ma ce la siamo cercati questa medaglia, che nasce dalla passione.

Quindi anche i più scettici hanno dovuto ricredersi sulla nostra forza. Sono tutti ragazzi che hanno un secondo lavoro. Chi fa il panettiere, chi l’amministratore di condominio e ci dedichiamo al bowling nel tempo libero o durante le ferie, allenandoci 45 ore tutti i giorni.

Mi auguro che questo successo possa rappresentare un veicolo di diffusione per questo sport, attirando anche qualche sponsor”.

 

Come nasce la sua passione per il bowling?

“La mia passione è nata tardi, quando avevo 26 anni.

Fino ad allora giocavo a calcio ed ero allenatore. Avevo una cugina che studiava Psicologia all’università di Padova e il suo fidanzato, un newyorkese, giocava a football americano e bowling.

Una volta quando sono andato a Padova a trovare mia cugina, sono stato invitato a vedere una partita.

L’anno seguente si è laureata e sono tornato in Veneto: siamo andati a giocare una sera e da lì è nata la mia passione per questo sport. Poi ho cominciato partecipando alle gare ad Alessandria.

Quindi la crescita fino all’incarico da commissario tecnico della nazionale.

Devo ringraziare Frank Buffa che mi ha permesso di imparare molto.

Dunque sono 30 anni che, finito il lavoro, vado ad allenarmi, mentre il sabato e la domenica partecipo ai tornei. Ringrazio la mia compagna che per anni mi ha sopportato”, aggiunge ridendo.

 

Adesso vive nel Milanese, ma torna a Voghera?

“Sì vivo a Grezzago, vicino a Trezzo d’Adda, un paesino di circa duemila abitanti, dove abito con la mia compagna da circa 20 anni, da quando ho lasciato Voghera.

Ogni sabato però torno in Oltrepò perché qui vivono mia mamma, che ha 80 anni e mia figlia che ne ha 30 e quindi, tempo permettendo, vado a trovarle”.

 

Ci dice qualcosa del bowling?

“Il nostro è uno sport completo, dove la tecnica raffinata va abbinata alla forza e c’è una forte componente mentale. Ci vuole tanta concentrazione e bisogna essere bravi a rilassarsi prima del lancio, per ricaricare le energie e lanciare con la giusta serenità. Questo sport non ha età, è molto adatto alle donne e lo praticano anche tanti disabili”.

Franco Scabrosetti

 

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