San Tommaso Placidi da Cori
Il primo santo del 2019 è il sacerdote Francesco Antonio Placidi che la Chiesa commemora domani, 11 gennaio.
Nacque a Cori, in provincia di Latina il 4 giugno 1655.
A 14 anni rimase orfano di entrambi i genitori e dovette provvedere da solo la famiglia. A 22 anni, sistemate le due sorelle, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Francescani, nel convento della SS. Trinità a Orvieto il 7 febbraio 1677, cambiando il suo nome di Francesco Antonio in quello di Fra’ Tommaso.
Per cinque anni fu allievo del celebre Lorenzo Cozza e nel 1683 a Velletri fu consacrato sacerdote ricevendo la patente di predicatore.
Esercitò l’apostolato nella Diocesi di Subiaco e in quelle confinanti con tale profitto per quelle popolazioni, da essere classificato come “l’apostolo del Sublacense”.
Grande maestro di santità, esperto direttore spirituale, stava nel confessionale, dalla mattina fino a sera e a digiuno. Le sue efficaci predicazioni furono raccolte in un volume manoscritto e lui era molto richiesto per l’assistenza spirituale al letto degli infermi. Aveva il dono di riportare la pace fra persone in contrasto e operò per riformare i pubblici costumi.
Sin da novizio divenne esempio di perfezione cristiana e religiosa e come tale, specchio per i suoi confratelli, compreso quelli più anziani. Tante erano le sue virtù come viene riportato dal “Sommario dei processi” istruiti per la causa di beatificazione. Non volle mai accettare offerte per la celebrazione della s. Messa; giunse perfino a farsi calpestare dai confratelli all’ingresso del refettorio; ebbe sempre una grande pazienza nel sopportare continue tentazioni nello spirito e una piaga in una gamba che lo tormentò per quarant’anni.
Pregava così profondamente assorto da sembrare fuori di sé e immobile come una statua. Gesù Bambino gli apparve più volte durante la celebrazione della Messa.
Ebbe il dono dei miracoli, come la moltiplicazione di cibi, guarigioni, frequenti estasi, apparizioni di Gesù, della Vergine e di San Francesco. Il suo nome è legato soprattutto alla grande opera dei “Ritiri” dell’Ordine francescano.
Seguendo l’esempio del beato Bonaventura da Barcellona, fondò i “Ritiri” di S. Francesco in Civitella (ora Bellegra) e di S. Francesco in Palombara Sabina.
Scrisse le Costituzioni del Ritiro che si conservano ancora autografe a Bellegra, regole rigide di meditazione e vita religiosa; il Capitolo Generale di Murcia del 1756 le estese a tutti i ritiri dell’Ordine Francescano.
Molti venerabili confratelli passarono per il ritiro di Bellegra, che divenne un luogo eletto di aspiranti santi. Morì a 74 anni, l’11 gennaio 1729. Beatificato da papa Pio VI il 3 settembre 1786 è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II il 21 novembre 1999.
La sua dimora, nel centro storico di Cori, è diventata una chiesa, con all’interno varie e interessanti opere d’arte e all’esterno la statua a lui dedicata.
Daniela Catalano