(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Si apre la Gmg 2019: a Panama i giovani che sognano un futuro di pace per il Centro America

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Tripudio di bandiere e canti ieri sera nel Campo santa Maria la Antigua nella Cinta Costera, a Panama, per l’apertura della Gmg, dal forte carattere Centro-americano. 75mila giovani hanno partecipato alla messa dell’arcivescovo mons. Ulloa Mendieta per poi scatenarsi durante il concerto per la pace cominciato subito dopo

(AGENSIR) – È la Gmg del Centro America. È la Gmg dei giovani che sognano un futuro di pace per questa Regione. È un tripudio di bandiere nel Campo santa Maria la Antigua nella Cinta Costera. È qui che i giovani si sono dati appuntamento per la messa di inizio della Giornata mondiale della gioventù. Sulla baia che si affaccia sull’Oceano pacifico, è stato allestito un mega palco dove i ragazzi sono stati accolti da una serie di gruppi musicali che si sono alternati per tutto il pomeriggio del 22 gennaio.

È una festa, con balli, canti e urla di gioia. È l’energia del Latino America. I giovani si divertono. Sventolano le bandiere. Ballano. Gridano il loro entusiasmo. Ma nel profondo hanno tutti, senza differenza di colori e confini, la stessa preoccupazione e lo stesso desiderio di pace e di giustizia. Arrivano da contesti provati da profondi problemi sociali e situazioni politiche che stanno avendo un profondo impatto sulla vita delle popolazioni. Migrazioni, povertà, disperazione. Emmy, per esempio, ha 17 anni. Viene dall’Honduras. Parla della Gmg come di una esperienza che “merita di essere vissuta al massimo” e racconta che dalla sua parrocchia sono arrivati 40 giovani. Ma subito aggiunge: “Anche il mio Paese vive una situazione politica difficile, segnata da delinquenza e corruzione. Siamo qui per pregare per i nostri Paesi perché sappiamo che la preghiera è l’unica luce che può toccare i cuori dei nostri presidenti. Papa Francesco è una santità che noi ammiriamo. È una persona vicina a Dio e, quindi, vicina nella preghiera al nostro Paese”. Felix viene invece dal Salvador ed ha 23 anni. Dice di aspettarsi da Papa Francesco “un messaggio di pace e di amore. Ci sono tanti problemi nei nostri Paesi, politici ed economici. Ci sono tante persone che soffrono e sognano un Paese migliore. La nostra  speranza è in Dio perché è Lui che porta la pace. Solo con il Suo aiuto possiamo andare avanti”.

È la terza Gmg in Latino America (la prima fu in Argentina nel 1987) e la seconda per il Papa latinoamericano, dopo Rio 2013. La vicinanza geografica facilita i viaggi. I ragazzi messicani raccontano di aver lavorato due anni per poter venire qui e per la prima volta nella storia sono quasi 500 i giovani cubani arrivati a Panama, per partecipare alla grande festa della Gmg. Un piccolo segno delle recenti aperture avute grazie anche a papa Francesco e ai recenti colloqui tra Santa Sede e L’Avana. Ma che la situazione nell’isola non sia così semplice lo dimostra il fatto che davanti ai microfoni i ragazzi cubani preferiscono non parlare. Guatemala, Honduras, Venezuela, Nicaragua. Michelle, del Costa Rica, parla di “un futuro possibile in questa Regione solo se i Paesi si stringono in una profonda unione. Abbiamo molte cose in comune, condividiamo lo stesso destino. La nostra speranza per il futuro che non esistano frontiere”.

I giovani guardano a Papa Francesco, al Papa latinoamericano, al Papa che “sa parlare ai giovani e ai cuori delle persone. Ci aspettiamo molte cose da lui. Siamo sicuri che ci sorprenderà”.

Alle 17 in punto il grande coro, al lato dell’altare, comincia a cantare. Anche la liturgia mostra tutta la vivacità e il ritmo dei giovani. L’arcivescovo di Panama, mons. José Domingo Ulloa Mendieta concelebra con 400 vescovi e un migliaio di sacerdoti. Nella sua omelia parla di una Gmg “per i giovani delle periferie esistenziali e geografiche”, definendola “un balsamo per la difficile situazione in cui versano molti  di loro che vivono senza speranza, specialmente quelli indigeni e afro-discendenti, quelli che emigrano a causa della risposta quasi nulla dei loro Paesi di origine che partendo si espongono al traffico di droga, alla tratta di esseri umani, alla criminalità e a molte altre malattie sociali”. La strada indicata dal presule “per affrontare le sfide della vita” è l’Eucarestia, “nutrimento spirituale”. Ribadisce che “la chiamata di Cristo è  valida, perenne, intensa, piena di tenerezza”.

“Forse come Chiesa – è l’ammissione di mons. Ulloa – non siamo stati in grado di esprimere questo abbastanza chiaramente, perché a volte gli adulti pensano che i giovani non vogliono ascoltare, che sono sordi e vuoti. Tuttavia, la realtà è diversa. Hanno bisogno di guida, accompagnamento e, soprattutto, di chi li ascolti. Essi cercano testimoni pieni di contenuti ed esperienze. Non cercano un Dio colto e intellettualizzato ma cercano chi lo testimonia con la vita”.

È la via alla santità, la stessa indicata dai santi patroni della Gmg. L’arcivescovo li elenca uno ad uno, fino a citare san Oscar Romero, scatenando l’ovazione dei 75mila presenti. “Questi santi ci mostrano che la santità è possibile, in tutte le culture e gruppi etnici, senza differenze di sesso o età. Il generoso dono della loro vita a Dio e al prossimo li ha portati alla santità”. Il resto della giornata, la prima della Gmg, è una festa che continua nelle strade e nelle piazze. In attesa di Papa Francesco.

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