È morto Giuseppe Zamberletti padre della Protezione Civile
I funerali di Stato sono stati celebrati da Mons. Delpini
Qualcuno che ha vissuto in prima persona quella entusiasmante stagione politica se lo ricorda ancora l’allora ministro per il coordinamento della Protezione Civile Giuseppe Zamberletti in visita in Oltrepò pavese. Era l’autunno del 1978 e la Comunità Montana, presieduta da Elio Berogno, aveva organizzato un convegno alle Terme di Salice per discutere del futuro e dello sviluppo del territorio. Attorno al tavolo tutti i big della politica locale, dal Ministro dell’Interno Virginio Rognoni, al consigliere regionale Giovanni Azzaretti, al presidente della Regione Lombardia Giuseppe Guzzetti, all’assessore regionale Giancarlo Magenta. Lo stesso Berogno ricorda così lo storico evento: “Zamberletti è stato un vero, grande amico dell’Oltrepò! Dopo quella visita, assegnò all’Oltrepò pavese la notevole cifra di 40 miliardi di lire per gli interventi necessari al ripristino e messa in sicurezza di case, strade, ponti e quant’altro in quei drammatici momenti fu a lui prospettato. Lo ricordo come un grande e illuminato protagonista della storia del Paese”. Giuseppe Zamberletti, il padre fondatore della Protezione Civile, è morto a Varese, a 85 anni, domenica 27 gennaio. L’Italia ha voluto onorarlo con i funerali di Stato celebrati dall’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini, che si sono svolti nella basilica di San Vittore nella sua città natale martedì 29 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di tante autorità e di una moltitudine di popolo e volontari. Tra i vari messaggi di cordoglio e partecipazione giunti alla famiglia del compianto onorevole, non è mancato il telegramma di Gianfranco Alberti, attuale presidente della Comunità Montana.
Con Zamberletti la nazione ha voltato pagina nella gestione delle calamità sul territorio nazionale. Parlamentare della Democrazia Cristiana fin dal 1968, si è sempre occupato di temi riguardanti la sicurezza dei cittadini. Nel 1972 ha ricoperto l’incarico di sottosegretario all’Interno nei governi presieduti da Aldo Moro e Giulio Andreotti, con la delega per la Pubblica sicurezza, antincendio e Protezione Civile. Durante il sisma del 1976 in Friuli, è stato nominato Commissario straordinario per assicurare il coordinamento dei soccorsi nelle aree gravemente colpite. Nel 1980, a seguito del violento terremoto in Campania e Basilicata, la sua esperienza di Commissario straordinario si è ripetuta. Una prova che lo ha portato al convincimento che le calamità, sia naturali sia legate all’attività dell’uomo, “non possono essere fronteggiate soltanto con il soccorso ma possono essere previste, prevenute e mitigate negli effetti mediante l’operatività stabile di una struttura creata ad hoc”. Sarà il presidente della Repubblica Sandro Pertini, nel 1981, a crearlo Alto commissario e a fornirgli gli strumenti organizzativi per mettere in piedi tale struttura. Nel 1982 fu nominato ministro per il Coordinamento della Protezione Civile. S’inaugurò così un percorso che sarebbe terminato con la legge 225 del 1992 che rappresenta il traguardo di un progetto iniziato dieci anni prima. Zamberletti sarà ministro organizzatore e coordinatore del nascente sistema nazionale di Protezione Civile per il 1982 e poi ancora dal 1984 al 1987, in gran parte con gli esecutivi di Bettino Craxi. Nonostante la fine dell’esperienza ministeriale, non si allontanò più da quel mondo che lui stesso aveva creato: la passione e l’impegno non lo fecero mai desistere dall’interesse per la materia, tanto che nel 2007 fu nominato anche presidente della Commissione Grandi Rischi, di cui successivamente è stato presidente emerito. “Siamo qui a tributare il nostro omaggio, a esprimere la nostra gratitudine, a condividere una preghiera per un padre, un maestro, un uomo che si è curato delle ferite dell’umanità. – ha detto Mons. Delpini durante l’omelia dei funerali – Ha sofferto le ferite degli anni tribolati del terrorismo, e in particolare della drammatica vicenda di Aldo Moro, amico e compagno di partito; ha sofferto le ferite della terra devastata,
dei terremoti disastrosi.
L’intraprendenza e la determinazione, la lungimiranza e la fiducia nell’umanità dell’onorevole Zamberletti hanno dato vita a un sistema di cura per le disgrazie nazionali che hanno offerto l’occasione alle istituzioni e alla società, alle forze dell’ordine e ai volontari per esprimere il meglio di sé”.
“L’onorevole Zamberletti resta identificato con la Protezione Civile, un modello organizzativo di alta qualità e di ideali affascinanti. In questo ultimo saluto – ha cocluso Mons. Delpini – lo sentiamo non solo un benemerito del passato, ma un discepolo che ha seguito Gesù e ha imparato e ha insegnato che sulle ferite umane si devono chinare gli uomini e che in questo prendersi cura degli altri, dei fratelli feriti e tribolati, diventiamo uomini migliori e il meglio di noi stessi diventa motivo di speranza per l’umanità, come se, in qualche modo, anche dalle ferite della storia escano sangue e acqua, una vita nuova”.
“La notizia della scomparsa di Giuseppe Zamberletti, presidente emerito della Commissione nazionale per la previsione e prevenzione dei Grandi rischi, rappresenta una enorme perdita per il Servizio nazionale di Protezione Civile”: così lo ha ricordato Cosimo Cilli, consigliere nazionale Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) e responsabile nazionale del settore Unitalsi Protezione civile. “L’insegnamento che traiamo dalla sua passione per la vita e per il lavoro, grazie alla sua intuizione dell’importanza non solo di soccorrere, ma anche di prevedere e prevenire, continuerà ad essere per tutta l’associazione, per tutti i nostri volontari un esempio che arricchisce il nostro carisma rafforzandoci nella convinzione che per raggiungere i propri obiettivi di prossimità e vicinanza a chi è in difficoltà bisogna impegnarsi giornalmente senza mai smettere di crederci”.
Matteo Colombo
Nella foto: L’onorevole Giuseppe Zamberletti, Ministro per il coordinamento della Protezione Civile, al convegno dell’autunno 1978 organizzato dalla Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese alle Terme di Salice. Da sinistra: il Ministro dell’Interno Virginio Rognoni, il consigliere regionale Giovanni Azzaretti, il Ministro Giuseppe Zamberletti, il presidente della Regione Lombardia Giuseppe Guzzetti, l’assessore regionale Giancarlo Magenta e il presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò pavese Elio Berogno