Sant’Anselmo

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Il 3 marzo ricorre la memoria di Sant’Anselmo, uno dei personaggi più imponenti del monachesimo dell’Alto Medioevo e l’unico santo longobardo di cui ci siano pervenute notizie certe. Di lui parlano numerosi documenti e una Vita scritta nel secolo XI. Anselmo nacque verso il 720 forse a Cividale o forse a Cèneda, l’attuale Vittorio Veneto, da Wectari duca del Friuli ed era fratello di Giseltrada sposa di re Astolfo.

Fu per qualche tempo anche duca del Friuli; nel 749 lasciò tutte le cariche politiche per dedicarsi a una vita di santità. Partito dal Friuli, risalì la valle dell’Alto Panaro, dove il cognato, il re Astolfo, gli donò la terra di Fanano dove si fermò per fondare un cenobio per accogliere i monaci che nel frattempo gli si erano radunati attorno e più in alto, verso il passo di S. Croce Arcana, aprì un ospizio per pellegrini che prese il nome di San Jacopo di Val d’Amola.

L’opera di accoglienza dei pellegrini, molto numerosi nella valle, che era uno dei passaggi obbligati tra il Nord e la Toscana, costituì un impegno primario e tutti coloro che passavano ricevavano assistenza e soccorso. Nel 751 il re Astolfo, che aveva mire espansionistiche e che aveva occupato Ravenna, donò ad Anselmo un altro territorio tolto dal Ducato di Persiceta, di nome “Nonantolae”, che controllava le strade che da Verona e Piacenza scendevano a Bologna. L’abate e i suoi monaci costruirono una chiesa e il monastero, bonificando e coltivando quelle terre ormai abbandonate e incolte.

La chiesa di Nonantola, dedicata in un primo tempo alla Madonna, fu consacrata l’8 ottobre del 752 dal vescovo di Reggio Emilia per delega del papa Adriano I.

Nel 752 Anselmo, insieme a re Astolfo andò a Roma, per offrire in dono a papa Adriano I il monastero nonantolano. Il Pontefice gli donò i corpi santi di San Silvestro papa e di altri martiri; così il 20 novembre 756 il vescovo di Bologna, Romano dedicò chiesa e monastero volta a S. Silvestro I papa.

L’opera di Anselmo è sottolineata dalla grandiosa attività di assistenza sociale e spirituale svolta a favore degli umili che si sviluppò e proseguì nei secoli, attraverso i suoi monasteri.

Oltre quello di Fanano, egli fondò altri tre monasteri con annessi ospizi: quello di S. Ambrogio, quello del Vicus Domnani a Vicenza e quello non meglio identificato nel “luogo detto Susonia” con l’oratorio di S. Giustina.

Per alcuni anni fu come in esilio a Montecassino, durante il regno di Desiderio (757774), ma il motivo è ignoto. Anselmo ritornò a Nonantola solo dopo la morte di Desiderio; nel periodo cassinese acquistò per la sua abbazia vari codici. Si prodigò per la pace fra longobardi e franchi, al punto che il re franco Carlo Magno, lo ringraziò con larghi benefici e privilegi per l’abbazia.

Morì il 3 marzo 803 ad 80 anni di età ed a 50 dalla fondazione del monastero; fu sepolto nella chiesa della stessa abbazia.

Daniela Catalano

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