Il Vescovo presenta il progetto per la “Quaresima di Fraternità 2019” della Diocesi

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“Amahoro”: il dono della Pasqua

“Amahoro”: è la prima parola che impari quando arrivi in Burundi, anche perché è la parola che ti accoglie. Potrebbero anche non dirti che significa “pace”, lo capiresti comunque perché i gesti la traducono subito in un sorriso che illumina i volti, in una mano tesa con rispetto, in uno sguardo che accoglie.

Ogni “amahoro” ne genera un altro. La sfida – in Burundi come in ogni parte del mondo – è fare in modo che tutti si dicano sempre e solo “amahoro”: questa sì sarebbe una globalizzazione buona.

In questo tempo di Quaresima nel quale ci prepariamo, lavorati dalla Parola, a celebrare nella nostra vita la Pasqua del Signore, vogliamo dare concretezza al desiderio di riempire il mondo di “amahoro”.

La pace è un dono che si fa impegno. Il dono è l’offerta di Gesù per noi, l’impegno è il comandamento nuovo dell’amore: la pace ha, dunque, un nome, Gesù Cristo; la sua Pasqua ne è la sorgente; il dono del suo Spirito la rende possibile.

Questa estate, con un gruppo di giovani, abbiamo potuto sentire viva la comunione che unisce la nostra Chiesa di Tortona con la Chiesa sorella di Gitega. È un legame antico che non solo vogliamo custodire ma vogliamo far crescere rendendolo più saldo, in una cooperazione tra le nostre Chiese che porterà certamente un bene reciproco.

Volentieri ho, dunque, accolto la richiesta del caro fratello vescovo Simon Ntamwana di collaborare al progetto di Kanyinya. Invito tutte le comunità ad unirsi con generosità in un unico gesto di carità, modo concreto con il quale sosteniamo l’annuncio del Vangelo di pace.

+ Vittorio Francesco

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