La nostra Chiesa in festa

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Dopo l’Ufficio delle Letture, la riflessione in Seminario

di Mons. Francesco Ravinale, vescovo emerito di Asti.

Alle 18 il Pontificale in Duomo

TORTONA – Quest’anno la solennità di san Marziano, patrono della Chiesa tortonese, si festeggia giovedì 7 marzo, all’indomani del mercoledì delle ceneri.

Fin dal mattino i sacerdoti della Diocesi si raccolgono in Cattedrale: alle 9.30 si celebra l’Ufficio delle Letture.

La celebrazione accoglie il rito del lettorato del seminarista Daniele Lottari di Voghera. È presente il Seminario di Torino con i superiori e i compagni di Daniele e il Referente per la Diocesi di Tortona don Enrico Bernuzzi. È significativo “l’eccomi” di Daniele pronunciato davanti alla Chiesa. Daniele viene presentato nella preghiera al Signore affinché “nella meditazione assidua della tua Parola sia intimamente illuminato per diventarne fedele annunciatore ai suoi fratelli”.

Riceve dal Vescovo il libro delle Scritture per l’impegno a trasmettere: “fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”. Tutto sotto lo sguardo di Marziano. Il canto del “Te Deum” vede formarsi la processione all’urna del santo. È la nostra ascensione al “cuore della Diocesi” per ringraziare. È come un pellegrinaggio alle origini… “Si dirà di Sion… l’un e l’altro è nato in essa […] Sono in te tutte le mie sorgenti”. Così si esprimeva il credente biblico durante le ascensioni al Tempio di Gerusalemme; così noi davanti all’urna del nostro primo Evangelizzatore, ornata di purpurei tulipani e impreziosita dalle preghiere e dalle visite dei fedeli tortonesi.

In Seminario segue la consueta conferenza.

È con noi Mons. Francesco Ravinale, vescovo emerito di Asti, già presente alla celebrazione dell’Ufficio in Cattedrale.

Percorre la “Gaudete et exsultate” di papa Francesco, in modo semplice, lineare e brillante; Mons. Ravinale presenta i concetti chiave e fondamentali dell’Esortazione Apostolica, delineando il ritratto della santità a cui tutta la Chiesa è chiamata con coraggio e gioia. Il pranzo offerto in Seminario trasforma in fraternità vissuta la mattinata.

Il secondo momento avviene alla sera.

Sono le 18. Inizia la solenne liturgia pontificale nella solennità di san Marziano presieduta dal vescovo Diocesano Mons. Vittorio Viola; molti i fedeli presenti fra i quali si distinguono le numerose autorità civili e militari e tanti tortonesi, contemporaneo anello della lunga catena di devozione del popolo fedele a san Marziano.

In prima fila sua eccellenza il prefetto e il sindaco di Tortona Gianluca Bardone con i suoi primi collaboratori, mentre in posti distinti i rappresentanti degli ordini cavallereschi e dinastici.

Nell’omelia il Vescovo invita a sostare nell’ascolto della parole, come il senso e la fonte di ciò che san Marziano è stato. Egli è venuto in queste nostre terre, posseduto dalla parola che annunciava e la sua stessa vita è annuncio così come il suo martirio che è annuncio della Pasqua.

Umanamente un bilancio negativo, in realtà è nascosto un segreto nell’offerta di Marziano: la potenza dell’offerta di Gesù e la potenza del dono. A Marziano non viene portata via la vita: è lui che offre la vita. Noi siamo qui per quel dono. Il martirio di Marziano è un atto politico, non per una questione di idee ma perché ha costruito questa città. Ciò che sembra inutile è in realtà ciò che è capace di costruire e custodire una città. Cosa imparare dalla sua testimonianza è stato poi oggetto del profondo messaggio rivolto alla città.

Durante la presentazione dei doni il Sovrano Militare ordine di Malta offre l’olio che, benedetto il Giovedì santo, diventerà olio santo per la celebrazione dei sacramenti.

Al termine Mons. Viola saluta autorità e amici nel salone dell’episcopio nel signorile aperitivo preparato dall’istituto “Santachiara”.

Claudio Baldi

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