San José Gabriel del Rosario Brochero

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Il 16 marzo la Chiesa ricorda San José Gabriel del Rosario Brochero, sacerdote dell’Arcidiocesi di Córdoba, in Argentina, che è stato canonizzato il 16 ottobre 2016 da Papa Francesco.

Fu detto “el cura gaucho” (“il prete gaucho”) perché, come i famosi cavalieri argentini, percorreva chilometri a dorso di mula, per farsi vicino a tutti. Nacque nei pressi di Santa Rosa de Río Primero, vicino a Córdoba, il 16 marzo 1840, quarto di dieci figli. Un giorno ascoltò una predica dove si prospettava ciò che la vocazione sacerdotale e quella laicale esigevano. Appena finì di ascoltarla decise di diventare prete. Entrò nel Collegio Seminario Nuestra Señora de Loreto il 5 marzo de 1856, a sedici anni.

Il 26 agosto 1866 aderì anche al Terz’Ordine Domenicano. Il 4 novembre 1866 fu ordinato sacerdote. Destinato come collaboratore pastorale presso la Cattedrale di Córdoba, si prodigò durante l’epidemia di colera che colpì la città nel 1867. Ottenne il titolo di Maestro in filosofia presso l’Università di Córdoba il 12 novembre 1869. Il 18 novembre 1869 fu incaricato della cura della parrocchia di Sant’Alberto.

Il 24 dicembre partì da Córdoba e, dopo tre giorni di viaggio a dorso di mulo, arrivò a destinazione. Era una parrocchia di poco più di diecimila anime, sparse su 4.336 chilometri quadrati, popolata da gauchos, contadini e briganti, dove le comunicazioni erano quasi impossibilitate dalla mancanza di strade e dalla presenza della catena montagnosa delle Sierras Grandes. Fondò una casa per gli Esercizi spirituali a Villa del Transito, dove abitava, che dal 1916, in suo onore, cambiò nome in Villa Cura Brochero.

Ad essa fece seguito, nel 1880, una scuola per le bambine. Si diede da fare anche nelle sedi politiche e civili.

Prima di queste costruzioni, però, faceva venire la predicazione del Vangelo. Portava con sè il necessario per la Messa, accompagnato dalla sua fedele cavalcatura.

Nemmeno il freddo o la pioggia lo facevano desistere dal portare i sacramenti agli ammalati. Alla sua gente rendeva chiara la fede anche con curiosi paragoni: diceva che Dio era come i pidocchi perché si attaccava ai poveri e non ai ricchi. La sua salute, dopo trent’anni, lo fece rinunciare al suo incarico.

Il 30 maggio 1898 lasciò la parrocchia.

Il 25 agosto 1902 fu nuovamente nominato parroco a Villa del Transito. Diventato sordo e cieco, il 5 febbraio 1908 vi rinunciò e il 30 marzo tornò a Córdoba e andò a vivere con le sue sorelle.

Tornò ancora a Villa del Transito nel 1912, preoccupandosi di portare a termine l’installazione di una linea ferroviaria.

Morì logorato dalla stanchezza e dalle malattie il 26 gennaio 1914.

Le sue ultime parole, pronunciate in dialetto, furono: “Ora ho tutto pronto per il viaggio”. I suoi resti mortali sono venerati nel santuario della Madonna del Transito, a Villa Cura Brochero.

Fu beatificato il 14 settembre 2013 da Benedetto XVI.

Daniela Catalano

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