Madre Canopi nella luce di Cristo

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È morta a 87 anni la monaca benedettina fondatrice dell’abbazia “Mater Ecclesiae” sul lago d’Orta. Aveva trascorso la sua infanzia a Montalto Pavese.

Nel 1993 fu la prima donna a firmare i testi per la Via Crucis al Colosseo su invito di Giovanni Paolo II.

Partecipò alla nuova traduzione Cei della Bibbia e alla revisione del Compendio del Catechismo.

Nel 1973, su proposta di Mons. Aldo Del Monte, la nascita del monastero sull’isola di San Giulio.

Si è spenta nel giorno del transito di San Benedetto

 

Alle prime luci dell’alba di giovedì 21 marzo, mentre la comunità delle monache dava inizio al canto di mattutino, madre Anna Maria Canopi, badessa fondatrice del monastero “Mater Ecclesiae” all’isola di San Giulio sul lago d’Orta, consegnava il suo spirito a Dio e apriva gli occhi all’eterna contemplazione del suo Signore e allo sposo Gesù amato, pregato, cantato, servito per tutta la vita terrena. Con l’inizio del giorno la Chiesa celebrava la festa del transito di san Benedetto abate. Davvero una bella coincidenza, quasi un segno di predilezione da parte del Signore che nella sua imperscrutabile provvidenza dispone i giorni del nascere e del morire dei suoi figli. Un segno del più grande amore per una monaca che ha vissuto per amore e solo di amore a Dio e ai fratelli. Madre Canopi aveva 87 anni di età (ne avrebbe compiuto 88 ad aprile), 56 anni di vita monastica e 45 di abbaziato. Su proposta del venerato Mons. Aldo Del Monte, aveva accettato di lasciare nel 1973 il monastero di Viboldone alla periferia di Milano con cinque sorelle ed di approdare l’11 ottobre all’isola di San Giulio per fondare il monastero “Mater Ecclesiae”. Iniziava una storia che di giorno in giorno, di anno in anno, diventava sempre più sorprendente ed edificante, vissuta nell’obbedienza della Regola benedettina. Nel rigoroso rispetto della clausura, il monastero diventava un punto di riferimento per molte persone dell’Italia e dell’estero; luogo di accoglienza, di dialoghi spirituali, di ricerca di luce e di orientamenti esistenziali.

Anna Maria Canopi era nata a Pecorara in provincia di Piacenza il 24 aprile 1931. La numerosa famiglia contadina si era trasferita ben presto a Montalto Pavese in provincia di Pavia e diocesi di Tortona. Al fonte battesimale aveva ricevuto il nome di Caterina, ma sarà sempre chiamata Rina. Avrebbe voluto fare una famiglia con numerosi figli, ma avvertì chiaramente il fascino della vita contemplativa. Nel paese i coetanei compagni di scuola la chiamavano “cieli azzurri” perché preferiva vestirsi di colore celeste e prediligeva le poesie che descrivevano il cielo. Andò a studiare a Pavia dove conobbe il teologo e poeta Cesare Angelini e poi all’Università “Cattolica” a Milano dove si laureò in Lettere classiche. Provvidenzialmente e saggiamente orientata da Mons. Aldo Del Monte, sua guida spirituale, scelse la vita monastica claustrale benedettina e divenne monaca esemplare e maestra di noviziato Dall’aspetto fisico Madre Canopi era una persona esile, fragile, minuta, ma che lasciava trasparire una grande forza interiore e una luce che sapevano attrarre ed edificare. Dopo i primi e modesti inizi all’isola, poveri ma sereni, la comunità iniziava a crescere e con intuizione profetica eleggeva madre Anna Maria Abbadessa del monastero. Le numerose vocazioni monastiche e il crescente numero di laici che desideravano legarsi al monastero mediante l’oblazione benedettina, facevano di questa monaca la madre e la guida di una grande famiglia in continuo aumento. La conoscenza del suo carisma e la grande stima che andava meritandosi, la ponevano all’attenzione della Chiesa e delle sfere vaticane. Le verrà chiesto di scrivere le stazioni della Via Crucis al Colosseo nel 1993 presieduta dal Papa san Giovanni Paolo II. Nel novembre del 1995 sarà invitata dalla CEI al Convegno ecclesiale di Palermo dove porterà la sua testimonianza sul tema del “Vangelo della carità attuato nella vita monastica”. Farà parte di un gruppo di “specialisti” guidato dall’allora card. Ratzinger per la revisione del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica. Dotata di una bella e fluente penna pubblicherà per varie case editrici numerosi libri di spiritualità, di esegesi e di studi teologici e pastorali, alcuni dei quali tradotti in varie lingue. Avrà all’attivo molti articoli per riviste e testate religiose, ivi comprese interviste e servizi televisivi come “I passi del silenzio” e “Mistici”. Disponibile all’incremento del carisma benedettino e come segno di riconoscenza al Signore per il dono di numerose vocazioni monastiche, Madre Canopi accolse l’invito ad aprire un nuovo monastero – oggi anch’esso abbazia – a Saint Oyen in Val d’Aosta e ad implementare con giovani monache – oggi badesse – i monasteri di Ferrara, Fossano e Piacenza. Ma il tratto più bello ed evidente di Madre Anna Maria è stato la grandezza del suo cuore aperto in modo sconfinato ad un amore accogliente e materno; la sua capacità di con-patire e con-dividere il dolore di quanti sono andati a bussare alla porta del suo cuore, nel quale versare sofferenze esistenziali per trovare pace e accettazione di autentiche croci umane. Davvero una misura di amore senza misura. Una vita consacrata fattasi, passo dopo passo, cristallina testimonianza di totale donazione a Dio radicata nel cuore di Gesù Cristo amato, pregato, cantato, donato, servito. Un cuore tuffato nel cuore di Cristo; un’intimità spirituale permanente, diuturna, fatta di preghiera nella notte per svegliare, cantando l’aurora e farsi lode all’interno della madre Chiesa anche per quanti non hanno voce. Nella lucida coscienza del declinare delle forze fisiche, con profonda e serena umiltà, in questi ultimi tempi decideva di passare la guida della numerosa comunità ad altra consorella abbadessa e nel silenzio orante, ma ancora fecondo, si preparava al grande appuntamento con lo sposo divino. Quale felice presagio di predilezione l’amata Madre chiudeva gli occhi all’alba della festa del Transito di san Benedetto, mentre i raggi del sole illuminavano d’immenso le dolci e quiete acque del lago d’Orta.

I funerali, presieduti dal vescovo Mons. Franco Giulio Brambilla lunedì mattina, concelebrati da vescovi, abati benedettini di vari ordini e moltissimi sacerdoti, hanno visto la presenza di un’autentica folla raccolta e commossa in preghiera. La cara salma ora riposa nel cimitero di San Filiberto accanto a Mons. Del Monte e alle altre consorelle già in Paradiso in attesa della risurrezione.

Dino Savio

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