La Pernigotti rischia di essere “fatta a pezzi”

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La proprietà vuole vendere il ramo che produce preparati per i gelati

NOVI LIGURE – Non sono giunte notizie molto confortanti dalla riunione indetta dal Ministero del Lavoro, che si è svolta a Roma il 20 marzo scorso, alla presenza delle rappresentanze sindacali e dell’Advisor Sernet nominato dalla proprietà per discutere sul futuro della Pernigotti.

Durante l’incontro l’Advisor Sernet ha fatto capire che la produzione della Pernigotti sarà smembrata e il comparto creme e gelati sarà staccato dal comparto torrone e cioccolato.

I Toksoz hanno confermato che entro il 30 aprile sarà reso noto il nome della società che acquisirà il comparto dei gelati. Per la produzione di cioccolato e torrone pare che ci sia già un probabile acquirente, ma non esiste ancora nessuna certezza per quanto riguarda il mantenimento a Novi della produzione.

Il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, al termine della discussione ha dichiarato: “L’incontro era finalizzato a conoscere il lavoro svolto dell’Advisor nominato lo scorso dicembre e la relazione ha evidenziato l’interesse di parecchie aziende nei confronti della Pernigotti. L’Advisor sta lavorando affinché vengano presentati piani industriali dettagliati dai soggetti interessati. La proprietà, inoltre, ha confermato la volontà di chiudere entro il prossimo 30 aprile la procedura di vendita del marchio del comparto preparati per gelato artigianale e la relativa parte commerciale che ha sede a Milano”.

“A questo punto – ha sottolineato il sindaco – mi pare evidente l’intenzione della proprietà di voler spezzettare l’azienda con l’unico obiettivo di fare cassa senza interessarsi minimamente del futuro dei lavoratori. Un comportamento preoccupante primo perché lo spezzettamento rischia di indebolire il marchio Pernigotti e lo stabilimento novese, secondo perché non è chiaro se il personale continuerà a lavorare a Novi.

Se così fosse, non mi pare che la proprietà abbia messo in campo una grande strategia aziendale”. “Mi auguro – ha concluso Muliere – che tra le varie proposte la scelta ricada su un’azienda intenzionata a produrre sia il cioccolato sia i preparati per gelati”.

Dopo quello che l’Advisor Sernet, Alberto Sportoletti, ha detto a Roma, i sindacalisti dello stabilimento, Piero Frescucci, Roberto Demari, Domenico Cichero, con i segretari territoriali della Cgil, Marco Malpassi e della Uil, Tiziano Crocco hanno dichiarato che lo scorso 20 marzo la Pernigotti come la si conosceva è ufficialmente “finita”.

I sindacati sperano ancora di riuscire a salvare il maggior numero di posti di lavoro. Il 29 maggio si tornerà al ministero per un ulteriore aggiornamento della situazione. “La scelta della proprietà turca di vendere la Pernigotti a pezzi, facendo quello che in gergo si chiama spezzatino è sbagliata ed è dettata unicamente da esigenze di cassa che rischiano di indebolire anche il progetto di reindustrializzazione dello stabilimento di Novi Ligure”: queste le parole di Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera e firmatario, lo scorso 17 gennaio, della prima proposta di legge per la tutela dei marchi storici italiani. La speranza resta quella legata alla presenza di una azienda che è seriamente interessata alla reindustrializzazione del sito di Novi, con un piano industriale che guarda al triennio 20202022. “In totale – ha detto il sindaco – sono cinque gli imprenditori interessati e tre di questi sono intenzionati a produrre sia cioccolato sia preparati per gelato”.

Davide Daghino

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