I “nostri” studenti a messa da Mons. Mario Delpini

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Il “Santachiara” ha partecipato nel giorno di San Giuseppe all’incontro dei CFP

MILANO – Martedì 19 marzo, in duomo a Milano, si è tenuta la santa messa rivolta ai giovani dei Centri di Formazione Professionale lombardi, officiata dall’Arcivescovo Monsignor Mario Delpini.

I Centri di Formazione Professionali (CFP) dell’istituto “Santachiara” di Stradella e Voghera hanno preso parte alle celebrazioni religiose e civili per la festa liturgica di san Giuseppe, sposo di Maria, patrono di tutti i lavoratori ed esclusivo artigiano “formatore professionale” di Gesù a Nazaret.

La sua figura offre significati simbolici evidentissimi per il nostro mondo e l’invito dell’Arcivescovo ha rappresentato un’occasione davvero unica per vivere una mattina di incontro, di preghiera, di riflessione, di comunione, di festa tra gli enti di formazione professionale.

Trentacinque i giovani che con gioia hanno accolto questo invito e hanno raggiunto il capoluogo lombardo, accompagnati della presidente del “Santachiara” Pinuccia Barbieri, dalla direttrice Stefania Fecchio e dalle loro docenti Diletta Beltracchini, Simona Cazzola, Cecilia Merli, Federica Morini e Simona Procelli.

Una alunna stradellina, Soraya di Prima Preparazione Pasti, ha avuto inoltre l’onore di compiere la lettura del salmo responsoriale alla messa in duomo, con grande fierezza ed emozione.

“Tutti i presenti vivono nella consapevolezza di avere in lei una guida, carissimo Arcivescovo Delpini, un padre che ci mostra la via nel nostro cammino di crescita umana e cristiana”, afferma in apertura della celebrazione don Massimiliano Sabbadini, presidente nazionale di CONFAP (Confederazione di Formazione e Aggiornamento Professionale), ente che insieme ad AeF si è fatto promotore dell’iniziativa.

“Con sincerità, non pochi ragazzi dicono che alla messa si fa fatica –prosegue – ma sono qua e si fidano delle nostre parole. Un giovane che sceglie un percorso professionale porta nel cuore un profondo desiderio di futuro. Quale figura meglio di san Giuseppe può rappresentare tale istanza?”.

Quella che è seguita è stata una toccante omelia, pensata e studiata per arrivare ai cuori dei giovani.

“Quando ti sei accorto di non essere più un bambino, ma un uomo con libertà, sogni, progetti che non sono quelli suggeriti dai genitori o dagli adulti in genere?”.

Così esordisce l’Arcivescovo, che tramite una serie di risposte “fittizie” vuole mostrare che non sono inquietudine adolescenziale, ribellione e insoddisfazione a fare di un ragazzo un adulto.

“Quando Gesù ha capito di essere grande? – aggiunge – Quando, come dice la lettura di oggi, ha compiuto una scelta non comprensibile ai genitori, quella di fermarsi a Gerusalemme all’insaputa di Maria e Giuseppe.

Diventa grande quando si rende conto di avere una missione da compiere.

E così è per tutti voi. Non siamo disperati in un deserto senza strade, non siamo rassegnati che cercano di non pensare per non soffrire. Siamo grandi quando capiamo di essere parte di un popolo in cammino, quando comprendiamo dove tale cammino ci condurrà, per quale motivo siamo a questo mondo. Spero che san Giuseppe vi possa aiutare a diventare adulti che rispondono alla propria vocazione, che vogliono lasciare questo mondo in un modo migliore di come lo hanno trovato”.

Tra le navate si è poi tenuto, alla fine della celebrazione, un breve momento di animazione per esprimere la gioia di vivere, culminato nel flashmob tenutosi all’aperto, davanti al duomo.

Qui, una grossa bandiera europea di seicento metri quadri ha colorato di un “azzurro stellato” la piazza, già incastonata in un cielo terso. I quasi duemila giovani presenti hanno camminato sotto alla bandiera, che ha sventolato così portatrice di una tanto auspicata e nuova primavera europea.

Federica Morini

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