La casa di Angelo Barabino apre le sue porte alla città

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Messa a disposizione dal nipote e restaurata dalla Fondazione CR Tortona

TORTONA – I luoghi a lungo abitati condensano il racconto di una vita, è esperienza di tutti. Se la vita è quella di un artista, i luoghi in cui ha vissuto e lavorato diventano ricettacolo di testimonianze e oggetto di studio, in un’accezione che si avvicina a quella del museo: e allora non smettono mai di dire e di insegnare. E allora sono patrimonio di tutti perché tutti, ora più che mai, abbiamo necessità di crescere in conoscenza.

Nel cuore di “città giardino” a Tortona c’è una bella abitazione, ariosa, dove la collina del castello comincia a inerpicarsi: ha spazio verde fuori, una grande vetrata, un’eleganza discreta. Vi ha vissuto dal 1915 fino alla morte, avvenuta nel 1950, Angelo Barabino: pittore, divisionista, pellizziano. Basterebbe questo per coagulare interesse, ma si aggiunge altro da respirare in quella casa. Si aggiunge che Angelo Barabino ha vissuto due guerre – combattendo nell’una in trincea e nell’altra in opposizione al regime, si è impegnato nel concreto mosso dall’interesse verso i deboli, ha lavorato anche attraverso l’arte per costruire una società più giusta ed egualitaria, pagando sempre in prima persona la fede alle idee. E poi Angelo Barabino è di una tortonesità eclatante: eletto consigliere comunale nel 1907, poi assessore alle Belle Arti nel 1909, poi responsabile del Teatro Civico, nel 1911 è tra i cinquantuno fondatori della Cassa di Risparmio di Tortona. E poi la pittura, quel divisionismo che è quasi un dogma ereditato da Pellizza, maestro di arte e di vita, e custodito nel pennello fino alle ultime opere in una progressiva acquisizione di indipendenza dal pittore di Volpedo e dalla proliferazione dei linguaggi artistici che ha segnato il secolo scorso. Sabato 11 maggio, quella casa nel cuore di “città giardino” – Casa Barabino – è stata generosamente restituita alla fruizione pubblica – in primis a Torto-na e ai tortonesi.

La generosità è del nipote dell’artista, Paolo, che ha messo a disposizione il luogo, e della Fonda-zione CRTortona che ha sostenuto un’azione di recupero e riordino degli ambienti, dei materiali, delle opere che erano nell’abitazione. Un attore ha accompagnato il pubblico nella visita raccontando vita e arte di Barabino, dopo il saluto inaugurale del Presidente della Fondazione Dante Davio, dopo il ricordo del figlio Bruno evocato da Aurora Scotti, dopo le parole di commossa soddisfazione del nipote Paolo. Gli spazi del pittore hanno ripreso vita, è stata recuperata l’originale colorazione dei muri, i quadri sono stati nuovamente sistemati alle pareti, i libri e i cataloghi nella biblioteca. Non è stato perseguito un intento filologico perché l’atelier e la casa non sono recuperabili in quel senso, compromessi nella loro originalità dall’aver ospitato anche il figlio dell’artista, Bruno e Paolo stesso in saltuari soggiorni. Diventerebbe un falso e un’operazione con poco senso. Ha senso, invece, incontrare l’artista in questi spazi rileggendone la vicenda pittorica e umana. Una silloge di opere ne esemplifica la carriera: non fatica ad emergere una delle versioni de “La pietà”, che accanto all’Uomo della fornace, rappresenta lo snodo cruciale della riflessione sulle problematiche del lavoro. A dialogo con i paesaggi, con i ritratti, con i lavori preparatori di “Dannazione”, e con quelli degli anni di guerra.

La sequenza degli oggetti e degli arredi narra di lui, uomo mite segnato da una grande passione civile e dalla fatica di condurre una vita dedicata all’arte. Il tempo e le vicende degli uomini non hanno impoverito la casa dell’aura che la rende originale e irripetibile, come avrebbe detto Walter Benjamin. E se poi pensiamo che a qualche centinaio di metri c’è la Pinacoteca che conserva capolavori del pittore e dei divisionisti, e se poi pensiamo che a una decina di chilometri c’è l’atelier di Pellizza a Volpedo, allora possiamo anche preconizzare un cerchio che si chiude. A scrigno di questa terra, così generosa d’arte nell’ultimo secolo e mezzo. Questo sì, irripetibile.

Casa Barabino si trova a Tortona in Via Angelo Barabino 10 ed è aperta la prima domenica del mese dalle ore 15 alle 19. Negli altri giorni è possibile la visita su prenotazione (tel. 0131.822965).

Manuela Bonadeo

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