Putin a Roma: quasi un’ora di udienza con il Papa

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Tra i temi dell’incontro la crisi in Siria, Ucraina e Venezuela

 

CITTA’ DEL VATICANO – È durata quasi un’ora l’udienza concessa dal Papa al presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Tra i temi del colloqui, ha riferito il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, anche la “questione ecologica” e “alcune tematiche dell’attualità internazionale, con particolare riferimento alla Siria, all’Ucraina e al Venezuela”.

Firmato un protocollo di intesa riguardante la collaborazione tra l’Ospedale “Bambino Gesù” e gli Ospedali pediatrici della Federazione Russa. È la terza volta che il Papa e Putin si incontrano in Vaticano, e tutte e tre le volte si sono caratterizzate per un cospicuo ritardo da parte dell’ospite.

Il presidente russo è arrivato in Vaticano alle 14.05 circa di giovedì 4 luglio. Nella Sala del Tronetto, prima di entrare nella biblioteca privata, il Santo Padre è andato incontro al presidente Putin, che lo attendeva da solo, per stringergli la mano e salutarlo con un “benvenuto”.

Un quarto d’ora circa dopo l’arrivo, l’inizio del colloquio privato, durante il quale il Papa è apparso disteso e sorridente. “Grazie per il tempo che mi hai dedicato. È stato un discorso molto sostanzioso, interessante”. Lo ha detto Putin al Papa, subito dopo lo scambio dei doni. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguire l’udienza, rendendo noto che il Santo Padre ha donato a Putin un’acquaforte del 1739, raffigurante una veduta di San Pietro: “Così non ti dimentichi di Roma”, ha detto Francesco rivolgendosi al presidente russo, a cui ha consegnato anche la medaglia del sesto anno di pontificato, simbolo di pace. Putin, da parte sua, ha donato al Pontefice un’icona molto grande dei Santi Pietro e Paolo: “Voi li festeggiate il 29 giugno, noi il 12 luglio”, il commento del presidente. L’altro dono di Putin al Papa è un film del regista russo Andrei Konchalovski su Michelangelo, ancora non uscito nelle sale – dal titolo “Il peccato” – insieme ad un relativo libro con le foto scattate durante le riprese.

“È uno dei nostri registi più famosi”, ha spiegato Putin. Al termine dell’incontro, Papa Francesco ha regalato al presidente russo una copia del Messaggio per la Giornata mondiale per la pace di quest’anno – “l’ho firmato per lei oggi”, gli ha detto a proposito della prassi che usa per tutti i Capi di Stato – insieme al documento di Abu Dhabi, alla Gaudete et Exsultate e all’esortazione apostolica a conclusione del Sinodo dei giovani. Imponenti le misure di sicurezza che hanno “blindato” la Capitale, mobilitando per la prima visita ufficiale in Italia del presidente russo dopo quattro anni un migliaio di agenti, compresi tiratori scelti appostati su tetti e terrazze, artificieri e uomini in borghese delle forze speciali. Putin era “marcato stretto” anche dalla sua scorta personale e da un corteo di oltre 30 auto blindate. Piazza San Pietro era “off limits” per turisti e pellegrini, tranne i corridoi di accesso alla basilica, fin dalle prime ore del mattino, mentre il centro storico era blindato, con il traffico vietato in una “green zone” che comprendeva 50 strade. Proibite le manifestazioni, schermate le comunicazioni telefoniche, spazio aereo sorvegliato da droni ed elicotteri.

Tra le curiosità: un team di ex agenti del Kgb era stato a Roma per sopralluoghi già la settimana precedente, in particolare nella zona dell’Hotel St Regis, dove era di stanza il suo staff. Dopo l’udienza con Bergoglio, la trasferta romana di Putin prevedeva l’incontro con il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per una colazione di lavoro al Quirinale e con il primo ministro Giuseppe Conte, nel pomeriggio e poi per la cena in serata, prima del rientro in aereo da Fiumicino alle 22.

  1. Michela Nicolais

 

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