Wilmar Santin, Vescovo di Itaituba (Brasile), a Casella ha parlato dei temi sinodali

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CASELLA – Lunedì 30 settembre, presso l’oratorio parrocchiale di Casella, si è svolto un incontro con Wilmar Santin, vescovo della Prelatura Territoriale di Itaituba, città brasiliana del Parà, sul prossimo Sinodo dei vescovi “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”, che si svolgerà a Roma dal 6 al 27 ottobre.

Il prelato, carmelitano, nominato Vescovo da Benedetto XVI nel 2010, sarà uno dei 184 padri sinodali provenienti da 9 nazioni scelti da Papa Francesco per questa importante assemblea, che vedrà anche la partecipazione di laici come specialisti sul clima e di Vescovi non della regione amazzonica, come il Cardinale di Genova S.E. Angelo Bagnasco, voluti da Sua Santità per ricordare che “pur essendo su un territorio specifico, ogni Sinodo riguarda la Chiesa universale.”

Monsignor Santin ha ricordato la forma dell’evento, il Sinodo, assemblea di Vescovi istituita da san Paolo VI all’indomani del Concilio Vaticano II, e la valenza consultiva che avrà; da queste tre settimane di lavori il Santo Padre potrà trarre una lettera apostolica o un’esortazione apostolica postsinodale.

In un secondo momento il vescovo brasiliano si è focalizzato sul percorso di preparazione che ha portato all’assemblea e sulle tematiche che saranno prese in considerazione. L’argomento fondamentale sarà trovare nuovi cammini pastorali per la Chiesa anche dal punto di vista ecologico: per fare ciò da due anni a questa parte si sono svolti numerosi incontri nelle parrocchie dell’Amazzonia che hanno portato all’elaborazione di un documento non dottrinale, “Instrumentum Laboris”, che sarà distribuito ai padri sinodali come punto di partenza per approfondire quanto analizzato in precedenza. Tale documento rispecchia le sofferenze delle popolazioni dell’Amazzonia, che rappresentano di fatto le sfide del Sinodo, in primis l’evangelizzazione nelle città dove vive più dell’80% della popolazione, così come nella foresta, dove spesso le comunità sono raggiunte dai protestanti ancor prima che dai missionari cattolici. Per rispondere al bisogno di fede e di sacramenti di cui necessita la martoriata Amazzonia, Monsignor Santin ha ricordato che sono stati costituiti dei percorsi che portano al diaconato per i nativi, dapprima formandoli come ministri della Parola, poi come ministri del Battesimo e quindi ministri del Matrimonio.

Questi cammini sono tesi a ricordare come tutta la Chiesa cattolica “per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo”, aspetto che riguarda anche l’Italia, non solo la Chiesa sudamericana.

Tra gli altri temi saranno considerati il problema della prostituzione, soprattutto a Garimpo, dove purtroppo i ragazzi crescono spesso senza una figura paterna, l’ambito sanitario, spesso degradato, l’aspetto ecologico e i troppi suicidi che colpiscono la popolazione anche giovanile.

Il Vescovo brasiliano ha raccontato che per affrontare queste spinose questioni sono state formulate ipotesi di studio che saranno poi vagliate e approfondite dall’assemblea sinodale e ovviamente da Papa Francesco come l’ordinazione di uomini anziani sposati, la creazione di cosiddetti fondatori di comunità, l’istituzione delle diaconesse.

Si tratta di tematiche delicate e interessanti, che invitano la comunità di Casella e più in generale tutta la Chiesa cattolica a seguire con attenzione il Sinodo sull’Amazzonia e a pregare per esso, in questo Mese Missionario Straordinario.

Davide Parodi

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