Premiato il professore che salva le orchidee
Antonello Brunetti per “Lifeorchids”
CASTELNUOVO SCRIVIA – Sapevate che in ognuno di voi c’è un potenziale custode di orchidee selvatiche? E che sono loro a scegliervi e a donarsi, nel modo più bello e gratuito, spuntando nei vostri terreni, giardini, vigne? È successo ad Antonello Brunetti che, a Castelnuovo, si è ritrovato ben tre tipi di orchidee nostrane in due piccoli appezzamenti che non diserba e concima da molti anni.
In particolare, in zona Cantaberta, vicino al ponte del torrente Scrivia, si sta sviluppando la rarissima orchidea Himantoglossum adriaticum (il “Barbone adriatico”), una delle due specie bandiera (l’altra è la Orchis patens) ad alto rischio di estinzione che, grazie al progetto Lifeorchids (cofinanziato dall’Ue che, attraverso il programma Life, stanzia il 55% dei fondi per un totale di 1.700.000 euro) potrebbe ora tornare a popolare, in modo spontaneo, l’ecosistema. A questo professore in pensione, emblema di tante battaglie in ambito ambientale, la natura stessa ha voluto fare quest’inatteso regalo, sancito da un attestato (il primo nella diocesi di Tortona) consegnato durante la serata di presentazione di salvaguardia delle biodiversità, ospitata proprio nel centro della Bassa Valle Scrivia. «Qui sorgerà il Parco delle orchidee – ha ricordato il sindaco Gianni Tagliani – su tre terreni acquistati dalla Comunità europea in zona Cantaberta e ora coltivati a loietto per creare un substrato ideale per queste piante dalle caratteristiche speciali». «Le nostre orchidee non sono meno belle di quelle esotiche – ha affermato Mariangela Ghirlanda, microbiologa dell’Università di Torino, ente capofila del progetto – dipendono non solo dagli insetti impollinatori per la riproduzione ma pure da specifici funghi, a loro volta minacciati dai cambiamenti ambientali».
Il progetto Lifeorchids coinvolge attivamente sette enti: oltre all’ateneo torinese, vi lavora anche l’università degli studi di Genova. Ci sono poi il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Legambiente, Unione Ceca per la protezione della natura, il Parco del Po vercellese – alessandrino, quelli di Portofino e di Sanremo. «Cerchiamo cento custodi volontari» ha concluso Marzio Marzorati, di Legambiente Lombardia.
Chi fosse interessato può inviare una mail (simona.colombo@legambientelombardia.it).
Alessandra Dellacà