Siamo a un punto di svolta (forse)

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Ospedale di Tortona: sembra che i tempi siano maturi per rimediare al declassamento previsto dalla delibera del 2014, approvata dalla Regione Piemonte. Così i cittadini,che vivono il problema sulla loro pelle, tornano a sperare

Forse si è giunti a un punto di svolta per l’ospedale di Tortona. Sono in arrivo, infatti, gli investimenti per aprire il nuovo reparto di Fisiatria (riabilitazione funzionale di secondo livello), con il bando chiuso pochi giorni fa per l’appalto dei lavori di adeguamento e ristrutturazione dei locali destinati ad ospitare la struttura complessa, che negli obiettivi di Asl e Regione Piemonte dovrà diventare un punto di riferimento per tutta le provincia di Alessandria in merito a tali cure.

Questa decisione, assunta ormai sei anni fa, rappresenta la garanzia implicita per il mantenimento dei reparti essenziali come la Medicina, la Chirurgia, l’Ortopedia, poiché in tempi di tagli drammatici per la sanità territoriale, avere una vocazione specifica sulle lungodegenze consente di dare un senso alla presenza delle sale operatorie e ad altri reparti che avrebbero così l’appoggio naturale nel postoperatorio.

Tuttavia i tempi per l’esecuzione dei lavori, l’assunzione del personale, l’acquisto di arredi e macchinari sono ancora indefiniti e si può solo parlare del primo passo, con l’appalto delle opere.

Però è un punto di svolta, dopo diversi anni in cui si è invece disinvestito sull’ospedale tortonese.

Tutto ha preso le mosse dalla delibera 1-600 del 2014, che fu approvata dalla Regione Piemonte, e che prevedeva il declassamento del Dea, Dipartimento di Emergenza e Accettazione, comprendente il Pronto soccorso, da primo a secondo livello, il che ha comportato la chiusura del punto nascite, con il trasferimento all’ospedale di Novi Ligure di Ostetricia, e la riduzione ad ambulatorio della Pediatria. Contestualmente in quel periodo sono stati chiusi o ridimensionati ad ambulatorio numerosi altri reparti: i tagli hanno interessato in varia misura Cardiologia, Neurologia, Oculistica, Urologia, Ostetricia, i quali sopravvivono solo in forma ambulatoriale.

A poco sono valse le proteste del territorio, che hanno visto uniti politici di maggioranza e opposizione in Comune o la creazione di comitati civici e i continui cambi di dirigenti all’Asl non hanno contribuito a dare esecuzione agli impegni presi nella medesima delibera, in cui accanto alle chiusure erano programmate alcune valorizzazioni, come ad esempio l’attuata promozione a riferimento di livello provinciale della Breast Unity di Senologia.

Un’altra serie di opportunità potrebbe arrivare dalla collaborazione con il settore privato: è di qualche mese fa infatti la proposta formulata dal Policlinico di Monza, che già gestisce strutture ospedaliere ad Alessandria, di mettere a disposizione all’ospedale di Tortona alcuni medici professionisti per utilizzare le sale operatorie nei turni disponibili e riattivare Cardiologia.

E la proposta si è presto estesa anche a medici per Rianimazione ed Oculistica: queste strutture lavorerebbero in convenzione con la Regione Piemonte e senza ulteriori spese per gli utenti, con lo scopo di puntare ad un polo

di eccellenza medica.

La proposta è suonata interessante alla sanità pubblica, poiché la Regione potrebbe risparmiare gli oneri ingenti di spesa per le persone che scelgono di farsi curare in Lombardia, essendo

Tortona territorio prossimo

al confine.

Sarebbe però necessario un intervento politico a modificare la delibera di cui abbiamo detto, nella quale viene espressamente specificato che a Tortona non sono previsti altri reparti oltre a quelli già esistenti e alla nuova Fisiatria.

L’interesse comunque pare sia reale da parte dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che ha avuto ripetuti confronti con i referenti del policlinico brianzolo e a breve dovrebbe essere varato un tavolo tecnico che coinvolga l’Asl, l’Aso e la Regione. E forse la speranza di recuperare alcuni servizi e potenziare l’ospedale potrebbe concretizzarsi.

Stefano Brocchetti

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