Scandalo del vino a Canneto. Revocati gli arresti domiciliari alla vicepresidente
I dipendenti lavorano gratis da gennaio
CANNETO PAVESE – Ci sono nuovi sviluppi nell’inchiesta giudiziaria che riguarda la cantina sociale di Canneto Pavese, a seguito dello scandalo sul vino contraffatto che ha coinvolto vertici e tecnici della cooperativa oltrepadana.
Dopo il mediatore Claudio Rampini, infatti, il giudice del Tribunale di Pavia ha revocato la misura degli arresti domiciliari anche per la vicepresidente della cantina, Carla Colombi. Secondo il Tribunale, infatti, non ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato né di inquinamento di prove, visto che, subito dopo l’arresto, la Colombi si era dimessa dall’incarico.
Secondo la difesa, inoltre, la 65en-ne non aveva incarichi dirigenziali e operativi all’interno della cantina, ma si limitava a dare una mano in periodi come quello della vendemmia, visto il legame affettivo con la realtà oltrepadana.
In precedenza anche al mediatore Claudio Rampini erano stati revocati i domiciliari, che al momento, invece, restano validi per l’ex presidente Alberto Carini e per gli al-tri coinvolti nella vicenda.
Nel frattempo, il nuovo consiglio di amministrazione della cooperativa, che è stato eletto nelle scorse settimane, sta lavorando al rilancio dell’azienda insieme allo staff di crisi, formato da un tecnico, un legale e un commercialista, nominato su indicazione di LegaCoop, l’associazione di categoria a cui la cantina è legata da sempre.
La priorità del nuovo Cda e dei tecnici che lo affiancano è quella di far partire i pagamenti degli stipendi dei dipendenti (che sono al lavoro gratis da fine gennaio) e del saldo delle uve ai soci che lo aspettano ancora; ma anche il rinnovo dei contratti con i principali clienti e il mantenimento dei soci in vista della prossima vendemmia.
«Subito dopo l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione e la nomina dello staff di crisi stiamo portando avanti un grande lavoro di rigenerazione della cooperativa. – spiega la presidente Antonella Papalia – Gli sforzi attuali sono tutti concentrati sulla conoscenza dello stato economico, gestionale e commerciale dell’impresa per operare nell’interesse della continuità aziendale, della salvaguardia del lavoro e della comunità. Come abbiamo ribadito in assemblea davanti ai soci, l’obiettivo prioritario è che la cooperativa vada avanti in maniera autonoma. Auspichiamo, in questo delicato momento, che i diversi soggetti del territorio collaborino con noi a un progetto che avrà anche ricadute sulla pluralità economica, produttiva e sociale dell’Oltrepò».
Oliviero Maggi