«Chi è in mano agli usurai e cerca aiuto, si rivolga a noi»

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Opera sul nostro territorio dal 2010, ma non tutti ancora la conoscono: la Fondazione “San Martino Antiusura”, nata grazie alla Diocesi e alla Fondazione CRT, è un aiuto concreto per chi è in difficoltà economica. E non sa come uscirne. Ne parliamo con il presidente don Francesco Larocca

Chi presta denaro chiedendo di restituirlo con tassi di interesse al di sopra di quelli consentiti dalla legge, pratica l’usura e commette un reato. Entrare nella rete dell’usura significa perdere pian piano la propria dignità, impoverirsi materialmente e psicologicamente, diventare sudditi di una persona dalla quale, apparentemente, dipende il benessere economico.

Tutti possono caderci: imprenditori, commercianti o persone comuni che si trovano in difficoltà.

Gli usurai sono spesso collegati alla criminalità organizzata e sembrano, a chi ha ormai tutte le porte chiuse, degli “amici” in grado di offrire aiuto e fiducia. In realtà non lo sono affatto.

Sperare di uscire dall’usura continuando a pagare le rate del prestito è uno sbaglio. Dall’usura si esce solo con una denuncia o rivolgendosi agli enti esistenti che possono evitare il peggio.

Questo fanno le Fondazioni Antiusura che fanno parte della Consulta Nazionale Antiusura e sono iscritte in un apposito registro del Ministero dell’Interno. Tra le 88 presenti in Italia, censite all’inizio del 2019, c’è anche la “Fondazione Antiusura San Martino Onlus” della Diocesi di Tortona, che offre ascolto, aiuto e assistenza a chi cade nelle mani degli usurai e a quanti rischiano per imprudenza di diventarne vittime.

Il 28 gennaio scorso si è svolta l’assemblea della Fondazione, formata dai soci fondatori che sono la Fondazione CRTortona, rappresentata al presidente Dante Davio, e la Diocesi di Tortona, con il vescovo Mons. Vittorio Viola, e dal consiglio di amministrazione presieduto da don Francesco Larocca, presidente dell’ente. Durante la riunione sono stati approvati il bilancio economico e quello di sostegno ed è stata espressa la volontà di entrambi i soci a proseguire nell’attività e a impegnarsi a promuovere la conoscenza di quanto viene realizzato in termini di prevenzione e di sostegno.

A don Larocca abbiamo chiesto di spiegarci come funziona la Fondazione “San Martino Onlus”.

Don Francesco Larocca

«La Fondazione “San Martino Antiusura Onlus” è un soggetto giuridico nato nel 2010 per volontà dell’allora vescovo mons. Martino Canessa e della Caritas allora diretta da don Michele Chiapuzzi, come strumento di sostegno alle famiglie, ai privati e alle piccole aziende che sono in difficoltà. La Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e la Diocesi di Tortona sono i soci fondatori.

Agisce secondo i valori della Chiesa per realizzare il principio cristiano della solidarietà umana, sostenendo le famiglie e le persone a rischio di usura o in stato di bisogno, svolgendo un’importante opera di solidarietà, di assistenza e di prestazione di garanzie presso le banche, per un più facile accesso al credito. È un ottimo strumento che è stato creato grazie alla sensibilità della Caritas diocesana e della Fondazione CRT e nel momento in cui anche nel resto d’Italia si stavano diffondendo realtà simili.

Oggi l’usura vera e propria, dopo le recenti normative, è più sommersa ma si è spostata sulle finanziarie che con i loro tassi si avvicinano a quelli degli usurai.

La Fondazione si è arricchita della legge 108 del 1996 che sostiene tutte le organizzazioni che lavorano contro l’usura e la “Fondazione San Martino” si è inserita tra gli organismi che collaborano con lo Stato: ne è scaturito un sostegno economico».

Quali sono gli strumenti di azione della Fondazione?

«Il primo è quello del microcredito. Con questo garantiamo i soggetti non bancabili per la richiesta di mutui. Noi facciamo da garanti nei confronti della banca e del soggetto richiedente. L’importo garantito è differente a seconda che la richiesta arrivi da un’azienda o da un privato. Nel corso del 2019 sono stati garantiti 11 microcrediti sul territorio alessandrino della diocesi per un totale di 109.000,00 euro di garanzie.

L’altro strumento è il “fondo di emergenza sociale” ovvero dei finanziamenti a fondo perduto rilasciati soprattutto a privati e non ad aziende.

Infine un sostegno che si sta diffondendo è quello di assistere aziende e privati nella pratica di “saldo e straccio”. Consiste nell’aiutare le persone che hanno debiti con le finanziarie che non riescono a saldare. In questi casi vengono offerte anche consulenze legali grazie al supporto di avvocati locali che collaborano gratuitamente.

Per quanto riguarda le imprese, la “San Martino” cerca di agevolare la concessione del credito anche per avviare o sviluppare piccole attività artigianali, commerciali e di servizi promosse – in forma giuridica – da persone che siano svantaggiate per condizioni economiche, sociali e familiari».

Come si può chiedere aiuto alla Fondazione?

«La documentazione viene raccolta nei Centri di ascolto di Novi Ligure, Voghera e Tortona e poi elaborata nella sede tortonese. La maggior parte dei casi di usura continua a rimanere sommersa perché spesso chi è vittima non ama condividere il problema. I dati raccolti passano alla segreteria della sede che è in via Perosi e poi trasmessi a un nucleo di valutazione formato da esperti del settore, che esaminata la pratica e rilascia il parere positivo o negativo. Le banche convenzionate con la “Fondazione San Martino” sono la UBI Banca e la Banca Centropadana Credito Cooperativo. Il nucleo di valutazione è coordinato dal consiglio di amministrazione formato, oltre che dal presidente e dal vice Ernesto Stramesi, da professionisti tortonesi. Tutti i membri svolgono un servizio volontario e gratuito».

Coloro che si rivolgono a voi, che cosa vi chiedono?

«Per quanto riguarda il microcredito è l’esposizione per sovra indebitamento una delle cause principali di richieste alla Fondazione; per il fondo sociale le domande arrivano da persone che vivono diversi tipi di povertà sociale».

Quali sono gli obiettivi futuri della Fondazione “San Martino”?

«Il primo è quello di far conoscere la Fondazione nei tre territori diocesani del Novese, del Tortonese e dell’Oltrepò; il secondo è la ricerca di volontari disponibili per l’ascolto. I servizi della Fondazione sono gratuiti e aperti a tutti e attraverso lo sportello di ascolto, gestito da operatori specializzati, possono raggiungere più facilmente la popolazione.

L’ultimo nostro obiettivo è quello di poter lavorare in rete sul territorio con le altre realtà che si occupano di contrasto all’usura nelle regioni del nord Italia e nel settore sociale pubblico e privato.

Per far conoscere da vicino la Fondazione “San Martino” e sensibilizzare gli abitanti della diocesi al problema, si era pensato di organizzare il 28 marzo un convegno a Novi Ligure che sarà sicuramente rinviato e un altro dopo Pasqua a Voghera.

Infine voglio esprimere, a nome della Fondazione “San Martino”, un ringraziamento alla Diocesi e alla Fondazione CRTortona per la fiducia che ripongono in essa per il ruolo importante che svolge nel territorio di prevenzione e di supporto a sostegno di alcune fragilità della nostra società».

Daniela Catalano

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