CORONAVIRUS – Aggiornamento del 22 marzo
In provincia di Pavia i contagiati raggiungono quota 1306. Ieri erano 1194.
In provincia di Alessandria sono in totale 760 i casi positivi, in aumento rispetto ai 654 di ieri.
Sono 361 i nuovi decessi in Lombardia. Rispetto a ieri, quando i morti erano stati addirittura 546, si osserva una riduzione di questo dato. Il totale dei decessi registrato finora in Lombradia si attesta sul valore di 3456.
Toccano quota 28 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 11 in provincia di Alessandria (10 uomini e 1 donna). Il totale complessivo nella regione è ora di 283 deceduti.
I dati a livello nazionale
Attualmente positivi: 46.638
Guariti: 7.024
Deceduti: 5.476
Totale positivi: 59.138
I nuovi decessi sono in totale 651; anche questo dato è in riduzione rispetto a ieri.
Questo il commento del Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli:
“I numeri di oggi sono minori rispetto a quelli che abbiano dato ieri, ci auguriamo tutti che possano essere confermati nei prossimi giorni. Non bisogna comunque abbassare la guardia”.
Ha anche aggiunto:
“Per quanto riguarda le forze in campo, siamo a più di 8000 volontari impiegati nella gestione dell’emergenza. Sono cresciuti di 1000 rispetto a ieri. Il numero delle tende che sono state installate per il pre-triage è 692, cresce anche il numero di tende installate presso i penitenziati con 13 in più per un totale di 135. Sono stati trasferiti in totale 63 pazienti dalla Lombardia (2 in più di ieri), di questi 25 sono pazienti positivi e 38 sono pazienti no-COVID.”
È vietato spostarsi dal proprio comune
Da oggi è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.
Lo stabilisce l’ordinanza adottata congiuntamente dal ministro della Salute e dal ministro dell’Interno che rimarrà efficace fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di cui all’articolo 3 del decreto legge numero 6/2020.
“Sono giorni cruciali. Bisogna ridurre al minimo gli spostamenti”, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando la nuova ordinanza. “Chi da domani non andrà più al lavoro è essenziale che resti a casa e aiuti così tutti quelli che devono continuare a lavorare. È fondamentale che ciascuno faccia la propria parte”.
Ieri sera la stretta di Conte
Poco dopo le 23 di ieri è andata in onda su Facebook una comunicazione in diretta del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “La decisione assunta dal Governo è quella di chiudere ogni attività produttiva che non sia necessaria a garantirci beni essenziali. Rimarranno aperti supermercati, negozi di alimentari e generi di prima necessità.
Non abbiamo previsto restrizioni sui giorni di apertura: non c’è ragione di creare code che non si giustificano affatto.
Continueranno a rimanere aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali, ad esempio i trasporti e le attivività connesse, accessorie a quelle essenziali. Al di là delle attività ritenute essenziali consentiremo solo lavoro in smart working e consentiremo solo le attività produttive considerate comunque rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo, ma non lo fermiamo.”
Il decreto annunciato ieri, con l’elenco delle attività che saranno costrette a chiudere, è stato appena firmato.
La firma di Conte ha tardato qualche ora, poiché in giornata è andato in scena uno scontro fra le parti in causa: Confindustria chiedeva al Governo di posticipare il decreto per includere ulteriori attività produttive nell’elenco di chi resterà aperto. Insomma, ulteriori trattative. Sono poi insorti i sindacati che, dinanzi a questa possibilità, hanno paventato uno sciopero generale.
Il testo definitivo può essere letto qui.
A breve il decreto dovrebbe essere pubblicato in un’edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale.
Le ordinanze in Lombardia e in Piemonte
La stretta di Conte ha seguito a stretto giro quelle operate da Lombardia e Piemonte. Il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, aveva vietato solo poche ore prima qualsiasi attività sportiva all’aperto. Chiusi anche tutti gli uffici pubblici (tranne i servizi essenziali), i mercati, la maggior parte delle attività artigianali e quelle edili. Qui il testo dell’ordinanza emanata per la Lombardia.
Anche il Governatore Cirio aveva firmato per il Piemonte un’ulteriore ordinanza: “Tra le azioni principali c’è una maggiore stretta sui mercati e la chiusura di uffici pubblici e studi professionali. Stop anche agli spostamenti verso le seconde case”.
“Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino”, ha aggiunto il Governatore, “ma vi prego di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. Vi prego, proteggetela restando a casa.”
Qui il testo della nuova ordinanza.
Il Papa: “Unire le voci verso il cielo”
“In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo”. È l’appello del Papa, che al termine dell’Angelus trasmetto in diretta streaming dalla Biblioteca apostolica vaticana ha invitato “tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato”.
“Invito dunque tutti a farlo parecchie volte al giorno, ma tutti insieme recitare il Padre Nostro mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno”.
“Con questa medesima intenzione, venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota”, ha annunciato Francesco: “Fin d’ora invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione”.
“Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza”.
Notizie dai nostri territori: Tortonese
Le ordinanze pubblicate ieri e oggi producono effetti anche relativamente all’apparato amministrativo degli enti locali. “Il Comune non è più aperto al pubblico”, ha dichiarato il sindaco di Tortona Federico Chiodi (nella foto) con un video-messaggio. “È stato implementato lo smart working su tutte le categorie in cui era possibile; si è ridotta al minimo la presenza in struttura del personale, ma vengono garantiti ovviamente i servizi essenziali ed indifferibili. Noi continueramo a lavorare qua in Comune, tuttavia con modalità differenti”.
Ancora Chiodi: “Chi di voi ha avuto la necessità di muoversi nella nostra città in questi giorni avrà visto che ci sono svariati controlli delle Forze dell’Ordine. La non ottemperanza alle norme comporta la denuncia per la violazione dell’articolo 650 del Codice Penale”.
I controlli sono attivi anche nei comuni più piccoli. A Sale i Carabinieri hanno intercettato un gruppo di persone che si erano radunate presso il cortile di un’abitazione per festeggiare un compleanno. Sono 11 le persone che sono state denunciate. Secondo quanto riporta l’ANSA, sono 170 i denunciati negli ultimi 10 giorni dai Carabinieri della Compagnia di Tortona, che da oltre un mese non fanno giorni di riposo e lavorano con doppi turni.
Notizie dai nostri territori: Novese
Ieri si è riunita la Giunta Comunale di Novi. Fra i vari temi discussi, c’è stata la necessità di “fare chiarezza sui dati che vengono richiesti a gran voce dai cittadini”.
Queste le conclusioni a cui la Giunta è pervenuta.
“1. I primi dati riguardano i casi di contagio accertato (tampone positivo) tra i cittadini del Piemonte RESIDENTI nella nostra città, che vengono comunicati, solo a partire dal 17 marzo u.s. dalla Unità di Crisi Regionale ai Servizi di Protezione Civile delle provincie, le quali a loro volta hanno il compito di farle pervenire ai Comuni. Tali positivi al 21 marzo, risultano in numero di 10.
2. Poi esistono i dati dei ricoveri ospedalieri per infezione accertata da coronavirus o in attesa di tampone; quelli non ce li passa nessun ente in forma ufficiale e questo non ci consente di fare che delle ipotesi non avvalorate, ma dal momento che il nostro Presidio S. Giacomo è punto di riferimento della vasta area del Novese e dell’Ovadese (e ora purtroppo anche di una parte del Tortonese) si può pensare a numeri decisamente maggiori. Sappiamo invece quanti deceduti per infezione da coronavirus sono stati denunciati allo Stato Civile di Novi: sono a tutt’oggi 10.
3. Infine ci sono i dati dei soggetti sottoposti a quarantena. Questi ce li manda il Servizio di Protezione Civile della Provincia di Alessandria. Si tratta dei cosiddetti SORVEGLIATI ossia persone per le quali, a scopo precauzionale, per casistiche diffuse quali ad esempio: parenti stretti di ricoverati accertati per COVID, soggetti trovati in zone ove sono stati accertati contagi, ecc., vige l’obbligo di rimanere al proprio domicilio e non uscire, per un numero determinato di giorni. Per questi ultimi gli elenchi contenenti i dati anagrafici vengono messi a disposizione delle sole Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale affinché possano essere esercitati i controlli sull’osservanza dei divieti imposti: Ovviamente tali dati sono comunicati a tali enti nel pieno rispetto dei principi di cui all’art. 5 del Regolamento UE 2016/679, secondo quanto indicato dalla circolare del Dipartimento Protezione Civile Prot. N. COVID/0014171 del 16/03/2020. Questi ultimi sono alla data odierna 61.
4. Intanto dal bollettino ufficiale dei contagi aggiornato alle 13.30 di oggi si apprende che nella nostra regione le persone finora risultate positive al coronavirus sono 3752 e che nella nostra provincia i casi sono saliti a 654, da 273 rilevati al 16 marzo (381 casi in più in soli 5 giorni!) e si sono registrati ben 238 decessi risultati positivi al coronavirus in tutto il Piemonte.”
Notizie dai nostri territori: Oltrepò
Prima delle nuove ordinanze, Antonio Riviezzi, sindaco di Broni, aveva lanciato un accorato appello alle autorità nazionali.
“Sono il sindaco di Broni, un comune di 9700 abitanti in Provincia di Pavia, Regione Lombardia. Sono una goccia in un oceano, ma voglio fare un accorato appello alla Presidenza del Consigio e al Governo affinché si chiuda tutto subito, sulla scorta del ‘Modello Codogno’. Fino a quando centinaia di persone saranno costrette a muoversi tutti i giorni per andare al lavoro, il numero di contagiati non diminuirà. La mia non è una critica politica; oggi l’obiettivo principale di tutti deve essere quellod i salvare delle vite umane. Rivolgo questo appello anche ai colleghi sindaci affinché sottoscrivano un documento che invierò nelle prossime ore alla Presidenza del Consiglio”.Fra le varie misure adottate, il Comune di Broni ha disposto la chiusura di tutti i cimiteri comunali a partire da domani, lunedì 23 marzo, e fino al 3 aprile.
“Il Politecnico di Milano dona soluzione disinfettante all’Oltrepò Pavese”: lo ha reso noto l’onorevole Elena Lucchini. Riportiamo di seguito la sua dichiarazione:
“Ringrazio di cuore Mariapia Pedeferri, professore ordinario del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria chimica ‘Giulio Natta’ del Politecnico di Milano per aver donato alla nostra comunità 450 litri di soluzione disinfettante prodotta nei laboratori dell’Università. Un gesto importante di solidarietà per il nostro territorio che sta vivendo un momento difficile nella lotta al coronavirus. La soluzione disinfettante è stata così distribuita: Crocerossa di Voghera, Ospedale di Voghera, casa di riposo ‘Fondazione Varni Agnetti’ di Godiasco, casa di riposo ‘Fondazione San Germano Onlus’ di Varzi, casa di riposo di Zavattarello, casa di riposo di Menconico, Centro operativo comunale (COC) di Varzi.”