Il diario inedito del cardinale Tardini curato da mons. Sergio Pagano

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“Primo frutto della nuova apertura dell’Archivio Apostolico Vaticano”, scritto dal porporato che fu al fianco di Pio XI, Pio XII e Giovanni XXIII, racconta tanti retroscena delle encicliche contro nazifascismo e comunismo

Mons. Sergio Pagano l’ha definito “il primo frutto della nuova apertura dell’Archivio Apostolico Vaticano voluta da Papa Francesco”: stiamo parlando del diario del cardinale Domenico Tardini (Domenico Tardini, Diario di un cardinale (1936-1944) La Chiesa negli anni delle ideologie nazifascista e comunista, a cura di Sergio Pagano, Edizioni San Paolo 2020, pagine 246, euro 20), per molto tempo ricercato dagli studiosi e rinvenuto soltanto tre anni fa proprio dall’attuale curatore, legato – come è noto – alla Diocesi di Tortona per il suo rapporto con Sant’Agata Fossili di cui, dal 7 aprile dello scorso anno, è cittadino onorario. Se mai ce ne fosse bisogno, quel legame con casa nostra, quella erudita conoscenza della storia della nostra Chiesa, si evince anche dalla dedica al volume in cui mons. Pagano scrive: “Alla cara e stimata memoria di mons. Lugi Bongianino, vescovo di Tortona († 2003), giovane collaboratore di Tardini, memore dei nostri distesi colloqui di Stazzano sul grande cardinale”.

Ma chi era Tardini? E perché ci possono interessare le sua pagine di diario? Pagano lo presenta come “figura non secondaria del pontificato di Pio XII e di san Giovanni XXIII”, di certo un ecclesiastico che è stato grande conoscitore della diplomazia della Santa Sede e quindi della politica italiana e mondiale. E nella sua lunga e dettagliata introduzione ricostruisce le circostanze nelle quali il diario è “riapparso”. “(…) circa tre anni or sono, – come spesso capita nella ricerca d’archivio – dovendo sistemare, anzi risistemare le carte lasciate dal cardinale Antonio Samorè, relative alle trattative da lui guidate per un Accordo fra Argentina e Cile sulle isole dello stretto di Beagle (Accordo raggiunto poi nel 1984), riesaminai lo «Spoglio» del porporato, dove si trova quella documentazione (Spoglio che cade ancora nel periodo chiuso e non è quindi consultabile). Giunto alla attuale busta 6 ebbi la insperata e gradita sorpresa di trovarvi due fascicoli di documenti, chiusi entro camicie stampate e intestate «S. Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari», che contengono il tanto ambito «Diario» del cardinale Tardini, o per meglio dire quella parte del «Diario» relativa agli anni 1936-1944, perché una prima parte, concernente gli anni 1933-1936, è già stata pubblicata da Carlo Felice Casula nel 1988”.

Il cardinale Samoré, assai devoto a Tardini, trattenne queste “memorie” con l’intento di pubblicarle ma rimasero nei suoi cassetti (delle pagine diaristiche successive al 1944 si possono leggere alcuni stralci in biografie del cardinale – la prima porta la firma di mons. Giulio Nicolini – e in saggi di vari autori, da Angelo Martini Lucia Ceci, a Pierre Blet, Emma Fattorini, Giovanni Sale, Paolo Valvo). “Si tratta di centocinquantotto fogli pieni di ricordi vergati a distanza dai fatti, – ha notato Marco Roncalli (Avvenire, 10 marzo 2020) – talora integrati da note trascritte da altri documenti, da glosse in margine a resoconti di udienze, dossiers delicati, carte poi sparse in vari archivi. Insomma, più che agende annotate quotidianamente, un memoriale redatto a distanza”. “Un diario ideale, mai concretamente organizzato e forse destinato nelle sue intenzioni a rimanere manoscritto, ma non nascosto”, scrive monsignor Pagano.

Tardini fu sottosegretario della Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, dal 1929 al 1935, sostituto della Segreteria di Stato, sino alla nomina a pro-segretario di Stato nel 1944 (insieme a Giovanni Battista Montini) e successivamente (ma le ultime nomine non riguardano il “Diario”) minutante in Segreteria negli ultimi sei mesi del pontificato di Benedetto XV e nei tre mesi accanto a Giovanni XXIII (del quale era stato superiore per decenni) che lo nominò Segretario di Stato la sera stessa dell’elezione, il 28 ottobre 1958. Attraversò, quindi, i periodi del regime di Mussolini in Italia, di Hitler in Germania, delle persecuzioni razziali, dei rapporti delicati con la Russia, della Repubblica spagnola e della guerra civile, del dopoguerra e della minaccia comunista.

Dai suoi resoconti, riflessioni, analisi, colloqui, non privi di ironia e di sarcasmo, si delinea a chiare lettere “una forte coscienza della Chiesa immersa nella storia” e i temi sono molto ricchi: gli ultimi anni e la malattia di Pio XI (compresi i retroscena dei coraggiosi pronunciamenti contro il nazismo); il celebre ultimo discorso del Papa del 1939, mai pronunciato; i rapporti di speranze e delusioni di papa Ratti con Mussolini e il fascismo; il Concordato con l’Italia del 1929; la valutazione e reazione della Chiesa alle leggi razziali; le notizie sui primi anni del controverso pontificato di Pio XII; la Seconda guerra mondiale vista dal Vaticano; i bombardamenti di Roma del 1943 e “Roma città aperta”; la liberazione e i rapporti con gli Alleati. Appunti di vita sacerdotale e pastorale (nel secondo dopoguerra Tardini fondò Villa Nazareth per aiutare giovani bisognosi) che illuminano di nuova luce i passaggi di grande interesse della nostra storia. Per esempio i retroscena delle encicliche di Pio XI contro il nazismo (Mit brennender Sorge) e contro il comunismo (Divini Redemptoris) alle quali Tardini fu tutt’altro che estraneo; le speranze e le delusioni di Achille Ratti nel confronto col Duce “villano e fedifrago”, le reazioni preoccupate di Pio XI per le conseguenze delle leggi razziali.

I giornali tedeschi danno rilievo alla citata enciclica contro il Comunismo? Tardini annota: “Dalla Segreteria di Stato fu fatto pervenire, in tutta segretezza, a tutti i vescovi della Germania un certo numero della nuova enciclica contro il Nazismo con l’ordine di leggerla la prossima domenica. Ma nulla fu detto o lasciato trapelare ai giornalisti circa il nuovo documento (…) Il giorno stabilito, in tutte le chiese della Germania fu contemporaneamente letta ai fedeli la parola del papa. Fu accolta con venerazione, fu accolta con profonda e sincera commozione. I buoni cattolici tedeschi si sentirono compresi e incoraggiati dal padre comune…”.

Le condizioni di salute di Papa Ratti precipitano? Tardini scrive: “Il papa certe volte non si sentiva bene, e quasi assopito; talora la memoria non lo serviva più a dovere. E allora erano decisioni imprevedute, sbalorditive”.

L’ambasciatore francese (è il 30 gennaio 1940) insiste contro “il silenzio del papa” Pio XII? Tardini gli spiega: “Ad ogni manifestazione pubblica risponde un incrudimento di persecuzione. Perciò bisogna che la Santa Sede faccia attenzione a non peggiorare la situazione dei poveri Polacchi”.

Così si dipana la storia della Chiesa, dell’Italia, dell’Europa: attraverso la viva voce di un testimone. A mons. Pagano va il grande merito di averci dato la possibilità di poterla ascoltare.

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