«Dal buio alla luce nella gloria del risorto»

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Mercoledì 15 aprile sono iniziate le catechesi pasquali e da venerdì la celebrazione della Via Lucis

TORTONA – Mercoledì 15 aprile è iniziato il ciclo di riflessioni sui vangeli di Pasqua, che saranno trasmesse ogni settimana, alle ore 21, in streaming sul canale tv di Radio PNR sul sito della diocesi e su quello del settimanale “Il Popolo”.

Ai numerosi fedeli collegati in rete il vescovo ha dichiarato di voler continuare l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio durante il tempo che sant’Atanasio definisce la “grande domenica” e che porta alla Pentecoste.

Al centro dell’approfondimento la prima parte del capitolo 20 del vangelo di Giovanni, letto durante la Messa di Pasqua, in cui l’evangelista descrive la genesi della Chiesa, che ha «compreso la risurrezione prima di arrivare all’annuncio». Il passo si apre con l’apparizione alla Maddalena e insiste sul “vedere”, inteso come atto corporale con gli occhi, osservazione profonda dell’anima e visione di fede.

«I suoi erano assolutamente impreparati alla risurrezione. – ha detto Padre Vittorio – Non capivano cosa voleva dire risorgere dai morti. Per loro era un fatto impensabile, forse nemmeno desiderabile, ma con le caratteristiche di un nuovo atto di creazione».

«La tomba aperta – ha proseguito Mons. Viola – per Maria Maddalena è fonte di dolore e preoccupazione perché lei non ha ancora visto con gli occhi della fede».

Solo più tardi quando Gesù le appare e la chiama per nome lei comincia a capire. Prima si rivolge a lui chiamandolo “rabbunì” cioè maestro, poi quando corre da Pietro dichiara: «Ho visto il Signore» e in quel momento comprende davvero che è risorto e può darne testimonianza. «Noi oggi abbiamo bisogno di una parola vera che abbia la forza di squarciare il buio e possa confrontarsi con la morte – ha aggiunto – che, come dimostrano questi giorni di sofferenza, è la questione centrale della nostra vita. Questa pagina di vangelo vuole aiutarci ad arrivare alla visione di fede. La risurrezione non è un anestetico temporaneo dal dolore, ma un fatto reale. Pasqua viene per offrirci una conoscenza nuova del Signore».

Venerdì 17 aprile, alle ore 21, la celebrazione della Via Crucis è stata sostituita dalla Via Lucis, un rito liturgico che si è diffuso in tempi recenti, nel quale si ricordano gli eventi della vita di Cristo e della Chiesa dalla risurrezione alla Pentecoste e ricalca la struttura in 14 stazioni. Questo percorso, ha spiegato il vescovo, «vuole farci stare dentro il mistero pasquale, attraverso i fatti, fino a contemplare l’ascensione del Signore e il dono dello Spirito». Nella serata di sabato 18 aprile Il canto dell’antico inno “Akathistos”, dedicato alla “Theotokos” (Madre di Dio) ha preso il posto del Rosario.

Mons. Viola ha voluto intonare l’“Akathistos” che in greco significa “non-seduti”, perché è recitato “stando in piedi”, in segno di ossequio alla Vergine Maria. E per ringraziare la Madonna che come «madre è presenza sicura, sempre silenziosa e pronta a custodire, a raccogliere lacrime, a portare conforto, e a mostrarci il Figlio».

Domenica 19 aprile, nella celebrazione festiva, che permette di vivere la comunione diocesana «ma non uguaglia la reale partecipazione all’assemblea liturgica», Mons. Viola, commentando il vangelo di Giovanni, ha spiegato che «anche a noi il Signore vuole dare uno sguardo nuovo per vedere la fatica e il dolore come luogo dove si manifesta la potenza e la gloria di Dio. Lui, come fa con i suoi nel cenacolo, entra nel segreto del nostro cuore e, in forza dello Spirito, ci offre la possibilità di trasfigurare le piaghe della nostra vita».

Daniela Catalano

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