Il prete che raddrizzava i campanili delle chiese

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Don Piccardo il 12 maggio 1934 realizzò l’impresa a Mongiardino

MONGIARDINO LIGURE – Il 12 maggio di 86 anni fa gli abitanti di Mongiardino, un piccolo paese della Val Borbera, sul confine tra Piemonte e Liguria e in diocesi di Genova, assistettero a un fenomeno che restò impresso nella loro mente e che è stato tramandato nel tempo per arrivare fino a noi, grazie alle ricerche condotte dal giornalista novese Maurizio Iappini.

Quel giorno del 1934 il campanile della chiesa di San Giovanni Battista “fu letteralmente raddrizzato in poche ore grazie all’ingegno di un parroco” che era diventato famoso proprio per questa sua “dote”. Mons. Giovanni Battista Piccardo, era un sacerdote dell’entroterra ligure, viceparroco della frazione Rosso, nel comune di Davagna. Alla fine degli anni Venti era già stato in grado di raddrizzare il campanile della chiesa di Moranego, sempre nello stesso comune. Per riuscire nel suo intento si racconta che svuotasse la parte pendente del campanile dei sassi e la riempisse di sabbia. Poi con delle seghe modellava la sabbia per far dare una corretta pendenza e quando la struttura era in asse, la consolidava con cemento.

Sergio Pedemonte, geologo, appassionato di storia e responsabile del centro culturale di Isola del Cantone ha spiegato che oggi sarebbe improponibile attuare il suo metodo. Lui era un autodidatta “capace di inventarsi una tecnica funzionale alle esigenze di tanti paesi dell’Appennino ligure che per la conformazione del terreno spesso vedono inclinarsi la torre campanaria”. A Mongiardino il campanile era crollato la prima volta nel Settecento uccidendo il parroco e quando, dopo due secoli, tornò a inclinarsi di quasi un metro si pensò di chiamare don Piccardo che in un paio di settimane riuscì nell’intento. I lavori finirono proprio il 12 maggio, fra le ore 10 e le 13, attirando sul paese l’attenzione della stampa nazionale.

Daniela Catalano

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