Parrucchieri e barbieri: «È dura lavorare così»
NOVI LIGURE – I parrucchieri e i barbieri novesi sono tutti felici per la riapertura, anche se ancora mancano certezze sull’interpretazione del protocollo definitivo, dopo che lunedì 18 maggio è avvenuta la tanto sospirata alzata della saracinesca. Da un rapido sondaggio in città, emerge un quadro negativo sotto vari aspetti.
Le lamentele principali si concentrano sul grave fatto che, in questi due mesi, la categoria ha dovuto provvedere a fare acquisti non indifferenti di dispositivi per la sicurezza sanitaria e di prodotti igienizzanti, nonostante i mancati guadagni dovuti alla chiusura per l’emergenza Coronavirus, con la conseguente trasformazione degli spazi del negozio in una sorta di “sala operatoria”.
Inoltre, secondo i titolari, i tempi per organizzarsi sono stati veramente ristretti, essendosi dovuti basare su una bozza del decreto ufficializzato solo domenica 17 maggio, all’ultimo minuto.
«Altro tema scottante è quello di fissare con largo anticipo gli appuntamenti – ha dichiarato una parrucchiera che ha anche un centro estetico – con l’obbligo di predisporre un elenco dei clienti da conservare per 14 giorni. Per me ci sono forti dubbi sulla possibile violazione della privacy.
Inoltre, ho calcolato che, mediamente, potranno essere accolte quotidianamente non più di 5/6 persone considerando i tempi di sanificazione richiesti tra un servizio e l’altro». Il suo volto si incupisce quando si affronta il capitolo spese che comporta l’acquisto de-gli attrezzi di tipo monouso o in alternativa una sterilizzatrice assai poco economica, la sanificazione e l’igienizzazione, i pannelli in plexiglas, le mascherine FFP2, le visiere, i termometri a infrarossi, i guanti e altro ancora.
«Senza contare lo stipendio dei dipendenti – continua la parrucchiera – ai quali sarà richiesto un orario giornaliero prolungato, sino a 14 ore (dalle ore 7 alle 22 con pausa pranzo) e talvolta la pre-senza alla domenica e al lunedì per smaltire le lunghe liste di attesa».
Sulla stessa linea un noto barbiere del centro storico: «Solo per la riapertura è stato necessario un gran-de sforzo economico, tra i 500 e i 2.000 euro, con il rischio che questo investimento non abbia un ritorno.
È vero che ci sono molte prenotazioni per ricominciare a lavorare, ma il problema è che il virus è ancora vivo, soprattutto nella nostra zona, e dobbiamo conviverci ancora per chissà quanto tempo.
Occorrerà, quindi, fornire ai clienti tutta l’assistenza possibile sia all’interno del locale sia per noi stessi. La paura di perdere la clientela è il tormento maggiore.
Mi chiedo se le persone, che in questo momento sono certamente più povere, avranno ancora la possibilità di spendere come prima per la cura personale».
Vittorio Daghino