Estetisti e parrucchieri provano a rialzarsi

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Dopo due mesi di stop e tante spese per la riapertura

VOGHERA – L’Italia ha compiuto un altro passo fuori dall’emergenza Covid proseguendo verso un lento ritorno alla normalità. Lunedì 18 maggio, oltre ai bar e ai ristoranti, hanno riaperto, non senza difficoltà, anche i parrucchieri e i centri estetici i cui titolari nelle scorse settimane erano scesi in piazza per chiedere al Governo di anticipare la riapertura delle attività senza dover aspettare i primi giorni giugno. Richieste che sono state accolte.

Elisa Masi

Così anche in Oltrepò pavese parrucchieri ed estetisti hanno potuto rialzare la saracinesca del proprio negozio nella speranza di poter almeno recuperare le spese (senza alcun ricavo) dei due mesi di chiusura forzata. A Voghera Elisa Masi, titolare del “New Image Professional Aesthetic”, ha riaperto il 20 maggio confidando in un ritorno alla normalità. «Ho riaperto seguendo tutte le disposizioni di sicurezza volte ad evitare il diffondersi del contagio. – spiega Elisa – Ho provveduto alla sanificazione dei locali, all’utilizzo di mascherine e guanti, di gel disinfettante, all’acquisto di borse di plastica in cui i clienti possono riporre i loro vestiti e di coprilettini usa e getta. Tante sono state le spese per poter riaprire dopo due mesi di totale di inattività. Naturalmente i clienti possono venire solo su prenotazione. Ora confido in un aiuto da parte del Governo».

Alessandra Noto

«Noi imprenditori siamo stati abbandonati da questo Governo. Troppe promesse non mantenute e non capisco come qualcuno possa ancora credere a questi assurdi annunci. – tuona Alessandra Noto titolare del centro estetica e abbronzatura “Equador” di Voghera – Mi sono rifiutata di chiedere i 600 euro perché non voglio alcuna elemosina dallo Stato e le mie dipendenti sono ancora in attesa della cassa integrazione. Una situazione assurda con due mesi di stop in cui ho dovuto affrontare solo spese.
Ora dopo aver provveduto a mettere in sicurezza il mio locale con tutte le protezioni, le clienti stanno tornando e presto torneremo a pieno regime. Ricordo che il mio centro dispone di un impianto di ventilazione che garantisce il ricambio continuo dell’aria interna con aria esterna fresca e pulita».

Ruben Fior

A Ponte Nizza invece ha riaperto il parrucchiere Ruben Fior che aveva chiuso la sua attività il 7 marzo. «È stata davvero dura e lo è ancora adesso che abbiamo appena riaperto. – commenta Ruben – In questi due mesi di chiusura obbligata abbiamo dovuto sostenere tante spese senza alcun incasso. I 600 euro, erogati dal Governo, sono una miseria e mi sono serviti per saldare due bollette. Inoltre, qualche collega si è comportato male aprendo di nascosto nonostante i divieti. I clienti che sono tornati hanno ancora un po’ di paura e ci vorrà del tempo prima di poter tornare alla normalità».

Alexandra Lazar

Nel vicino comune di Varzi la giovane Alexandra Lazar aveva chiuso il suo negozio due giorni prima del decreto.

«Avevo molta paura e quindi avevo deciso di chiudere il negozio anticipatamente. – dice Alexandra – Due mesi senza guadagno sono stati davvero difficili e i 600 euro giunti dal Governo sono serviti a coprire solo una piccola parte delle spese. Ora che ho aperto con tutti i dispositivi di protezione i clienti stanno ritornando. La speranza è che questo incubo finisca al più presto».

Marcello Sartori

«Due mesi di stop sono stati un vero e proprio incubo. – commenta Marcello Sartori parrucchiere di Stradella – In quel lungo periodo ho dovuto affrontare solo spese: dal pagamento dell’Inps all’Iva.

Inoltre, prima di riaprire ho dovuto sanificare il negozio e acquistare tutte le protezioni. I clienti sono diminuiti anche perché molti ragazzi hanno deciso di tagliarsi i capelli da soli».

Laura Malito

«In questi due mesi di chiusura mi sono dedicata alla promozione sul web e ho partecipato ad alcuni corsi di aggiornamento online. – conclude Laura Malito titolare del salone “L’Aura di Stradella” – Ho riaperto il 21 creando un ambiente sicuro per le nostre clienti che avranno spazzole e pettini personalizzati e chiusi in sacchetti. Abbiamo acquistato anche sacchetti per le borse e per i cellulari oltre a tutti gli altri dispositivi di sicurezza. Speriamo di tornare presto alla normalità».

Mattia Tanzi

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