«Allenamenti in sicurezza. Spazio agli anziani. Prezzi inalterati»
Anche le palestre riaprono. L’attività fisica aumenta le difese immunitarie. Ma come avverrà la ripresa? Risponde Serena Torlaschi della palestra “Starbene” di Torricella
Qualcuno ha definito il lunedì appena passato come la giornata del “D-day” per le palestre. Nella maggior parte d’Italia, dopo un lockdown che per questo settore è stato prolungato di una settimana rispetto agli altri esercizi pubblici, i cultori del fitness sono potuti “sbarcare” nuovamente nelle loro strutture di fiducia.
Parliamo di un movimento che, secondo le statistiche, coinvolge 18 milioni di utenti. Ma in Lombardia il momento di tornare a calzare le scarpe da ginnastica non è ancora arrivato.
Dal Pirellone, infatti, hanno preferito rimandare ulteriormente la riapertura, che dovrebbe avvenire il 1° giugno.
Chi non l’ha già fatto, dunque, sta scaldando i motori in vista di lunedì. Fra questi c’è Serena Torlaschi, titolare della palestra “Starbene” di Torricella Verzate. Una struttura che si trova nel cuore dell’Oltrepò, e che abbiamo individuato come rappresentativa di tutto il territorio per parlare delle prospettive del settore, ma anche della sua importanza strategica per la salute pubblica.
Serena gestisce la palestra da quattro anni, ed è consapevole che il prossimo periodo sarà molto diverso rispetto al passato. Anche se, ci fa notare, «il protocollo non è così severo come sembra». Certo: ci saranno delle regole da osservare, a partire dalla sanificazione dell’ambiente. «La faccio svolgere da un’impresa specializzata – prosegue – così da ottenere le certificazioni idonee. Questa è la spesa più tosta che ho dovuto affrontare in questo periodo». La responsabilità circa la sicurezza dell’ambiente andrà condivisa con tutti i frequentatori.
«Ogni volta che un cliente userà un macchinario o un attrezzo lo dovrà disinfettare. Ma io lo facevo fare già prima».
Occorre tener presente quanto il popolo delle palestre sia intimamente legato alle proprie strutture di riferimento; parliamo, dopo tutto, di persone che le frequentano quotidianamente, o quasi, da molti anni. Il senso di appartenenza, certo più sviluppato nei piccoli centri dove tutti si conoscono, giocherà un ruolo fondamentale ai fini della necessaria collaborazione fra gestori e utenti.
Il grosso problema riguarda la distanza interpersonale: bisognerà, infatti, tenere una distanza di due metri rispetto agli altri durante l’attività metabolica, e quella di un metro nei momenti di pausa.
Questo comporta ripercussioni di una certa entità.
«In sala fitness prima lavoravo con venti persone, d’ora in avanti saranno dieci», spiega Serena. «In sala pesi, prima, facevo entrare trenta persone. Da adesso in poi solo quindici. Nelle palestre lavoravamo con molto assembramento, adesso ci troviamo dimezzati».
Diciamolo: un po’ della bellezza che si trovava nel frequentare la palestra stava proprio nel rapporto con gli altri: collaborare per un esercizio o anche solo scambiare quattro chiacchiere in sale pesi, sentirsi parte di un gruppo “vicino”, anche fisicamente, durante i corsi. Alcune attività perderebbero senso, con le nuove regole, pur necessarie e attualmente irrinunciabili. Per questo lo spinning – uno dei corsi più amati dal pubblico – nella palestra di Torricella non ricomincerà prima di settembre, salvo che le regole cambino nel frattempo.
Qualcuno dirà: si possono trovare altre modalità per allenarsi. E in effetti, durante il lockdown, moltissime realtà hanno cercato di coinvolgere i clienti con allenamenti in streaming. Una forma che, per determinate discipline, sta proseguendo anche dove la riapertura è già avvenuta. Si stima che negli ultimi due mesi la fruizione del fitness online sia cresciuta del 150%. Ma non è tutto oro quello che luccica. La titolare della Palestra “Starbene”, che si è avvalsa di questa possibilità, fa notare che «manca troppo il contatto, ma comunque è stato un modo per tenere il rapporto, per non abbandonare i nostri clienti. Importante anche da un punto di vista psicologico».
C’è anche il rischio, con il dilagare del tele-allenamento, che dilaghino gli operatori amatoriali. I quali non possono assicurare un’attività sicura come quella dettata dai professionisti, o – peggio – potrebbero millantare competenze che non possiedono. E mettere ancora più in difficoltà chi, invece, lavora bene e investe (anche nello studio) per continuare a farlo.
Ci siamo chiesti: con tutti questi cambiamenti, il settore entrerà in crisi al punto da far rischiare la chiusura di alcune strutture sul nostro territorio?
«Secondo me no. Penso ad amici che hanno palestre nella zona di Stradella e Broni: credo che ce la faranno tutti. Bisogna però valutare come le persone affronteranno questa nuova fase».
E i costi? Aumenteranno? «Tante palestre stanno aggiornando gli abbonamenti mensili. Al momento io ho deciso di non aumentare i prezzi, perché non mi sembra giusto. Come io sono in difficoltà, penso lo saranno anche tanti miei clienti. Speriamo che, non aumentando i costi, le persone ritornino».
Fra il dire e il fare, c’è di mezzo la paura.
«E parliamo anche del Covid. Bisogna aumentare le difese immunitarie: e le difese immunitarie si aumentano anche facendo dell’esercizio fisico, controllato, all’interno di strutture serie». Tutti possono praticare sport. Anche chi non si è mai sognato di farlo. «Tendenzialmente, per iniziare, consiglio di venire dalle due alle tre volte a settimana. Per un principiante assoluto, due volte. Ma bisogna considerare le esigenze del singolo». Anche la categoria più colpita dal Covid-19, gli anziani, può – anzi, dovrebbe – considerare la possibilità di iscriversi a un programma di attività motoria. La titolare di “Starbene”, che gestisce anche un corso pensato proprio per questa categoria, ci aiuta a sfatare il tabù che vieterebbe a molti anziani di frequentare una palestra. «Nei nostri paesini forse c’è una mentalità un po’ ristretta: l’anziano non va in palestra, come il giovane, ma al bar a giocare a carte. Nelle grandi città è già diverso. Il mio gruppo appartenente alla terza età comprende persone di 80 anni che fisicamente dimostrano dieci anni di meno. Stanno bene. E non hanno mai mollato: l’anziano che viene in palestra lo prende come obiettivo personale e non manca mai».
Pier Luigi Feltri