Grazie ragazzi (movida a parte)
Questa settimana, una tantum, il Pianeta giovani diventa “Pianeta genitori”: vorrei, infatti, dare voce ai pensieri dei genitori con prole tra i 12 e i 19 anni, che si sono trovati ad affrontare i marosi adolescenziali aggravati dalla contingente situazione complessa e nefasta.
La riflessione nasce sia dal mio personale vissuto, sia dal confronto con alcuni “compagni di sventura”.
Quando iniziò la quarantena il nostro pensiero ricorrente fu, oltre alle preoccupazioni per la salvaguardia della salute, come fosse possibile rinchiudere in casa adolescenti abituati a vedere polverizzate le proprie giornate tra scuola, sport, studio, amici, senza sfociare nel dramma famigliare.
Ci saremmo aspettati che dopo pochi giorni i ragazzi o dessero in escandescenza, violando il rigido lockdown, oppure si riducessero allo stato larvale, limitandosi a svolgere le funzioni essenziali alla sopravvivenza. Nulla di tutto ciò: archiviati i primi momenti di giustificata, ma teorica, ribellione alle norme, si sono chiusi in casa e hanno riorganizzato le proprie giornate con modalità ritenute fantascientifiche fino a qualche tempo fa: niente scuola usuale, niente sport, niente amici, niente uscite.
Hanno sostituito l’effervescenza della prima gioventù con la responsabile accettazione delle nuove imposizioni e con la partecipazione al dramma collettivo che ci ha attraversato.
È scattato in loro il meccanismo dell’essere parte di un momento cruciale della Storia, hanno compreso che il loro comportamento sarebbe stato determinante, si sono buttati sull’impegno scolastico e hanno guardato con occhi nuovi insegnanti e amici.
Hanno apprezzato lo sforzo immane sotteso alla didattica a distanza, organizzato gruppi di help scolastico on line, trasformato gli allenamenti collettivi in sedute di ginnastica in videochiamata, istituito un cinema casalingo, guardando in simultanea un film con gli amici e commentandolo nelle chat. Mentre persone ben più mature e attempate andavano alla ricerca spasmodica dell’escamotage per uscire di casa (ho visto con i miei occhi cani dati in appalto dai padroni agli amici per la passeggiata!); mentre io stessa, sopportando con enorme fatica l’isolamento, mi sono ridotta a diminuire la capienza dei sacchetti per la raccolta differenziata al fine di scendere una volta in più in strada; i ragazzi si sono avviluppati nel bozzolo domestico e ne hanno tratto nuove energie.
E allora, grazie! Per aver dimostrato il vostro valore, di cui eravamo all’oscuro: ora tutti ci affanniamo a credere di poter diventare migliori di quanto fossimo prima della pandemia… voi, di sicuro, lo siete già.