Il vescovo: «Giacomo ha dimostrato tanta fede e umanità»

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L’ultimo saluto al giovane di 24 anni, punto di riferimento per molti ragazzi dell’oratorio

VOGHERA – Sabato mattina, in duomo, la città e la diocesi hanno dato l’ultimo saluto a Giacomo Jon, il giovane vogherese morto giovedì 28 maggio. Da due mesi era ricoverato all’ospedale “Sacco” di Milano a causa del Coronavirus.

Aveva 24 anni ed è la vittima più giovane registrata in provincia di Pavia dall’inizio dell’epidemia. Si era diplomato all’istituto agrario “Gallini” e attualmente studiava Scienze Teologiche all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Pavia e dallo scorso settembre insegnava Religione presso l’istituto comprensivo della Valle Versa, dove, come racconta don Luca Ghiacci, responsabile dell’Ufficio Scuola diocesano, si era subito ambientato ed era molto apprezzato dagli studenti e dai colleghi. A celebrare il suo funerale è stato il vescovo Mons. Vittorio Viola insieme a don Gianni Captini e don Paolo Verri, parroci dell’Unità pastorale, a mons. Pier Giorgio Pruzzi, don Cristiano Orezzi, due frati francescani e due sacerdoti della diocesi di Pavia. Erano presenti, insieme ai genitori, ai nonni e ai parenti, i ragazzi dell’oratorio di San Rocco dove Giacomo era cresciuto e dove, da anni, era catechista, animatore e stretto collaboratore di don Enrico Bernuzzi.

C’erano anche i chierichetti che lui seguiva durante le funzioni, alcuni suoi alunni, il sindaco Carlo Barbieri in rappresentanza delle istituzioni e tanti suoi amici. Tutti i 184 posti interni e i 150 esterni, preparati sul sagrato dalla Croce Rossa, sono stati occupati da quanti hanno voluto esprimere affetto al ragazzo amato e apprezzato per la sua simpatia e per la generosità che metteva in ogni sua azione.

Nell’omelia Mons. Viola ha invocato dal Signore il conforto della Parola che aiuta a «superare la fatica del distacco e nella quale è possibile trovare la conferma del suo amore che vince la morte». «Il nostro cuore – ha detto – non si può rassegnare alla morte perché il Padre ci ha chiamati all’esistenza e ci vuole eternamente vivi. Lui ci ha creati per la vita e non per la morte». Rivolgendosi ai giovani presenti, il vescovo ha ricordato come Giacomo, nella sua breve esistenza, aveva dimostrato tanta fede e umanità e come per lui contava lo stare insieme e aiutare gli altri. Li ha esortati a «non sciupare nessun istante della vita che è un frammento di eternità donato da Dio» e a pensare che lui, insieme a don Enrico, scomparso lo scorso 13 aprile, «sono per sempre vivi in Cristo e in comunione con noi».

Al termine della funzione il feretro è stato accompagnato dal lancio di tanti palloncini bianchi e azzurri e da un caloroso applauso di commiato.

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