La valigia sul letto

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Se Julio Iglesias avesse avuto una figlia adolescente, non avrebbe cantato languidamente: «La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio», ma piuttosto: «La valigia sul letto è causa di forte stress». Approssimandosi la partenza per l’agognato soggiorno balneare, si pone il problema della scelta dell’abbigliamento. Il buon senso suggerirebbe che potrebbero essere sufficienti pochi capi, ma la varietà di occasioni che si potrebbero presentare preclude sul nascere questa possibilità. Infatti, la ragazza deve aver fatto suo il mantra di Coco Chanel: «Se una donna è malvestita si nota l’abito. Se è vestita impeccabilmente, si nota la donna». E ha iniziato la cernita dei vari outfit e di tutti gli abbinamenti possibili con congruo anticipo rispetto al giorno x. Come era prevedibile, pur avendo un armadio al limite della deflagrazione, il «Non ho niente da mettermi» è stato il leitmotiv che ha contributo a rendere molto felice un sito di abbigliamento da mare low cost, che ci ha recapitato un pacco di ragguardevoli dimensioni. Al termine di queste articolate faccende preliminari, noto la bellezza (quasi) al bagno trascinare giù dal solaio il valigione destinato a viaggi di una certa durata, usato solo due volte in 21 anni di matrimonio. Mi sforzo di non abbaiare: «Parti per un viaggio intercontinentale e non più per la Liguria?». Lo sguardo è fiammeggiante: «Non fare la spiritosa! Sto via 14 giorni: mi servono un sacco di vestiti e di scarpe. E se piovesse? E se venisse il vento freddo? Non vorrai che mi ammali!». Decido che è scaduto il tempo per l’approccio soft: «In questa stagione è abbastanza improbabile che arrivi il freddo! Non puoi portare una valigia così grande: siete in tre sulla stessa auto. Se le altre ragazze fanno come te, dobbiamo ingaggiare una ditta di traslochi per farvi giungere a destinazione! ». Iniziano i rimbrotti: «Che p… e! E adesso come faccio? Chiamo le altre: sentiamo cosa propongono». Dalla concentrazione delle tre esimie materie grigie arriva una geniale soluzione: «Facciamo così: la mamma di S. può andare al mare in auto con le valigie, noi tre prendiamo il treno. Così non ci sono problemi di spazio!». Inizio seriamente a preoccuparmi di cosa le tre cervellotiche ragazze potranno combinare in questa loro prima vacanza in autonomia e non posso fare a meno di esibirmi in particolareggiate raccomandazioni e larvate minacce, pur essendo conscia che per un’adolescente risuonino ridondanti e inutili. Infine, dopo che la fanciulla è addivenuta a più miti consigli, scegliendo una valigia più piccola, al termine del confezionamento del bagaglio mi piacerebbe poter verificare se sia maggiore il peso della valigia sul letto o quello dei pensieri di chi resta a casa…

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