Beata Maria Luisa Prosperi
Il 12 settembre la Chiesa ricorda la figura della Beata Maria Luisa Angelica Prosperi, monaca benedettina.
Gertrude, questo il suo nome di battesimo, nacque il 15 agosto 1799, in una famiglia abbastanza agiata, a Fogliano di Cascia, in provincia di Perugia in Umbria.
Il 4 maggio 1820, all’età di 21 anni, decise di consacrare la propria vita al Signore entrando nel monastero di Santa Lucia a Trevi, in provincia di Spoleto.
Diventata monaca benedettina, prese il nome di Maria Luisa e fino al 1834 continuò a vivere in convento, contraddistinguendosi per il proprio senso del dovere, la rettitudine e la sua bontà d’animo. Ricoprì vari compiti, come quelli di infermeria, sagrestana e maestra delle educande.
In questi primi anni, secondo quanto riportato da alcune notizie biografiche del tempo, Maria Luisa cominciò ad avere alcune esperienze di natura mistica di cui però non fece parola con nessuno.
La verità fu rivelata soltanto quando le fu assegnato un direttore spirituale al quale fu costretta a raccontare alcune delle sue visioni.
In una di queste vide Gesù Cristo con la croce sulle spalle che le annunciava una serie di sofferenze per le quali nessuno le sarebbe potuto essere d’aiuto.
Queste rivelazioni furono considerate quasi blasfeme e lei fu oggetto di punizione monastica.
Il 1° ottobre 1837, a soli 38 anni, fu nominata badessa, carica che ricoprì fino alla morte, avvenuta 10 anni dopo. Sotto la sua gestione, nel monastero, furono riportate in auge alcune antiche regole benedettine e nel frattempo le sue esperienze mistiche continuarono.
L’arcivescovo di Spoleto la invitò a parlarne tramite delle lettere.
In totale furono oltre trecento le pagine scritte dalla Beata e inviate all’arcivescovo, nelle quali si narra di incontri con Gesù.
Con l’avanzare degli anni queste manifestazioni furono più travolgenti, spossandola anche fisicamente e costringendola a dirlo alle consorelle.
Nel 1847, durante la settimana santa, la beata visse sul proprio corpo la passione di Cristo in modo analogo a quella sperimentata dal Figlio di Dio, con dolori che comparivano e scomparivano improvvisamente.
Poche settimane prima di morire si racconta che fosse in grado di vedere quello che accadeva nel monastero.
Gli ultimi istanti della sua vita furono sereni e lei morì il 12 settembre 1847, nel suo letto, nella posizione del crocifisso.
Le sue spoglie riposano nella chiesa di Santa Lucia a Trevi.
Il processo di beatificazione fu iniziato nel 1914 dall’arcivescovo di Spoleto, ma la beatificazione si è svolta nella cattedrale di Spoleto più di cento anni dopo, il 10 novembre 2012.
Daniela Catalano