Adorazione eucaristica mensile

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Organizzata da Rinnovamento nello Spirito con la riflessione di don Claudio Baldi

TORTONA – Sabato 24 ottobre i gruppi del Rinnovamento nello Spirito della diocesi con numerosi fedeli, si sono riuniti in cattedrale, nel rispetto delle norme sanitarie, per adorare il Signore Gesù, alla presenza del coordinatore diocesano Domenico Cirigliano. Il tema della serata è stato il “Peccato e la conversione per grazia”, una delle tappe del seminario per chiedere una rinnovata effusione dello Spirito, adottato nei gruppi del Rinnovamento. Dopo avere accolto con gioia l’Eucaristia, si è innalzato un momento di lode, prima della proclamazione della Parola tratta dalla prima lettera di Giovanni (1Gv 1, 8-10). È seguito un momento di esortazione, partendo dalla riflessione del vescovo che nel mese di settembre, parlando dell’amore di Dio, aveva detto che «il peccato ha corrotto il nostro cuore e ci ha tirato fuori dal desiderio di amare». Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità e la retta coscienza; è una trasgressione, in ordine all’amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell’uomo e attenta alla solidarietà umana. Per capire il peccato occorre una grazia da chiedere al Signore. Ricevuto il dono, arriva anche il pianto del pentimento per aver ferito colui che amiamo.

Il perdono divino è sommamente efficace, perché non nasconde il peccato, ma lo distrugge alla radice. Il penitente così ridiventa puro, e come dice Papa Francesco, ogni macchia è eliminata e torna più bianco della neve incontaminata. I presenti hanno chiesto allo Spirito di effondere la grazia per riconoscere i peccati e presentarli ai piedi di Gesù con il fermo proposito di consegnarli a lui nel sacramento della riconciliazione. Poi il parroco, don Claudio Baldi, nella sua riflessione, ha raccontato due episodi. Il primo relativo a un contadino che interpellato dal santo Curato d’Ars, circa la sua presenza costante e silenziosa dinanzi al tabernacolo, rispose: «A me basta guardarlo poiché so che lui mi guarda».

Il secondo su papa San Giovanni XXIII che nella sua visita al carcere di “Regina Coeli” di Roma, rivolgendosi ai carcerati, disse: «Ho messo i miei occhi nei vostri occhi e voi avete messo i vostri occhi nei miei».

Due vicende diverse riconducibili entrambe all’essenza della vita cristiana: l’amore di Dio e dei fratelli. «L’adorazione – ha detto don Claudio – ha senso quando dopo esserci lasciati guardare dal Signore, guardiamo i fratelli con lo stesso amore».

È seguito un momento in cui tutti hanno invocato dal Signore la liberazione dalla pandemia. La lode è stata molto intensa, partecipata, con sentimenti di profonda commozione e animata con i canti che hanno creato un clima di intensa preghiera.

La benedizione eucaristica ha concluso il momento di comunione.

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