«La morte non è mai l’ultima parola»

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L’iniziazione cristiana dei catecumeni, la Messa per tutti i Santi e la commemorazione dei defunti

TORTONA – «I santi che celebriamo sono nostri amici e nostri modelli. Si sono lasciati trasformare dallo Spirito e hanno così conosciuto l’amore tanto da essere trasformati nell’amore stesso, condividendo in pienezza la vita di Dio in cielo»: nell’omelia della solenne celebrazione eucaristica del 1° novembre, alle ore 10.30, in cattedrale, il vescovo ha indicato ai presenti il cielo e li ha invitati a far crescere dentro di se il desiderio del cielo, immergendosi nell’amore di Dio, che rende veramente beati, cioè felici. Questa immersione in Dio è stata davvero viva ed efficace per cinque catecumeni che nella sera precedente, durante la liturgia vigiliare di sabato 31 ottobre, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, confermazione ed eucarestia). Mons. Viola li ha accolti simpaticamente esclamando: «Bene ce l’abbiamo fatta! Abbiamo atteso questo giorno che per voi e per tutti è giorno di gioia».

Erano Baskhim Pietro e Jasmine Maria di Stradella con Himena, Liliana e Romina cui si è aggiunta Noemi di Tortona, già battezzata, che ha ricevuto la confermazione.

La celebrazione sobria e solenne, aveva il sapore della Pasqua, quella che quest’anno, a causa dell’epidemia, è stata celebrata in modo particolare. Il vescovo ha definito questi fratelli un dono prezioso che arricchisce la Chiesa e che, proprio nella vigilia dei santi, sono entrati nella comunione dei santi, «che già tutti viviamo sulla terra e che in pienezza si riceverà nei cieli».

Della bellezza del cielo il vescovo ha parlato anche nel pomeriggio del 1° novembre, visitando alle ore 15.30, il cimitero cittadino.

Ai piedi della grande croce ad attenderlo, assieme al vicario foraneo, don Roberto Lovazzano, c’erano i ministranti e i fedeli che hanno partecipato al significativo momento di preghiera, seguito dalla benedizione delle tombe.

Mons. Viola, parlando dei morti, ha ricordato che non sono dei ricordi, ma vivono in Dio, nella patria del cielo che tutti attende; essi pregano per noi e noi preghiamo per loro. La visita al cimitero, che raccoglie i corpi sepolti nel riposo, è un’esperienza di vita, condivisa da tutta la comunità. Al termine della liturgia, ha asperso con l’acqua benedetta e incensato i quattro punti cardinali del cimitero, in un simbolico abbraccio di tutti i defunti. Il giorno seguente, dedicato alla Commemorazione, il pastore diocesano ha celebrato nuovamente in cattedrale alle ore 8, con un ricordo particolare per i vescovi diocesani. L’omelia è iniziata con una profonda riflessione sulla morte «Domanda decisiva e questione fondamentale del cuore di ogni uomo, alla quale nessuno si può sottrarre. Solo la fede – ha proseguito – apre orizzonti nuovi ed è l’unica possibilità per trovare senso alla morte; la certezza che noi siamo chiamati all’esistenza dall’amore di Dio non viene mai meno. E Gesù ci ha rivelato la pienezza di questo amore. Lui che è morto, prendendo su di se la nostra morte con l’unica realtà che poteva distruggerla: l’amore. La morte non è più ultima parola drammatica, ma passaggio verso una pienezza di vita che è esattamente ciò che il nostro cuore desidera».

Al termine della funzione ha sostato in preghiera davanti alle tombe custodite in duomo. Le celebrazioni per i defunti sono poi proseguite nel pomeriggio con una seconda benedizione impartita al ci-mitero dal parroco della cattedrale e si sono concluse alle ore 21 in duomo, con la recita del Rosario a suffragio di tutti i defunti, guidato da don Luca Ghiacci.

Claudio Baldi

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