Oltrepò: sconforto nello sguardo di tanti imprenditori

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Sono tra le categorie più colpite dalle nuove chiusure imposte dal Dpcm: ristoratori, baristi, pizzaioli, titolari di agriturismi, gelatai, produttori di vino… Siamo andati a intervistarli per ascoltare le loro voci e per sostenerli

C’è rabbia, sconforto e rammarico nello sguardo e nelle parole degli imprenditori che gestiscono ristoranti, pizzerie e bar e non solo da quando è entrato in vigore l’ultimo Dpcm. Anche in Oltrepò pavese tanti gestori e titolari che hanno investito una montagna di denaro per rispettare le norme anti Covid ora si trovano nella disperazione con i fatturati più che dimezzati. L’estate post lockdown, con la presenza di tanti turisti, aveva permesso a queste categorie di poter sperare nel futuro, ma con le recenti restrizioni causate dalla seconda fase della pandemia la situazione è di nuovo peggiorata.

«Prima della riapertura post lockdown ho dovuto sostenere tante spese per garantire la sicurezza del locale spostando la sala ristorante in uno spazio più ampio. – afferma Barbara Toti titolare del centro turistico la “Pernice Rossa” di Menconico – La chiusura serale ci ha fatto perdere diversi clienti e siamo riusciti a stare in piedi grazie a chi prenotava le camere». «Ci siamo adeguati con i distanziamenti, ci siamo adattati a tutti i protocolli anti Covid, abbiamo rispettato le regole fin dall’inizio. Abbiamo “obbligato” i clienti a fornirci le generalità ma nonostante il nostro impegno, il locale ha dovuto chiudere. – dicono i titolari della pizzeria “Dedomenici” di Ponte Nizza – Ogni sforzo è stato vano. Nonostante ciò continueremo a svolgere il nostro lavoro con le consegne».

In sofferenza anche i produttori di vino dell’Oltrepò che, a causa della chiusura di bar e ristoranti, si sono visti diminuire le ordinazioni. «La ristorazione è stata colpita ingiustamente nonostante gli investimenti fatti in precedenza sulla sicurezza con la diminuzione dei posti, il distanziamento, le sanificazioni. – spiega Fabio Marazzi, titolare della cantina “Scuropasso” di Pietra de’ Giorgi – Chiudere non ha senso. A mio avviso andavano invece gestiti meglio i trasporti anche perché i ristoranti sono dei luoghi sicuri. Naturalmente queste limitazioni hanno colpito anche il settore vino. Le ordinazioni sono calate. La speranza è che si trovi una soluzione alla crisi economica che stanno vivendo tante attività come la nostra».

«Quella della chiusura dei locali è un scelta che sta danneggiando tutta la filiera. – sottolinea Mattia Nevelli della cantina “Ballabio” di Casteggio – Noi lavoriamo soprattutto con ristoranti, bar ed enoteche. Queste nuove restrizioni ci stanno causando una perdita del 70%. I ristoranti andavano chiusi alle 23 in quanto sono in grado di garantire tutte le norme di sicurezza volte a contrastare il diffondersi del virus».

La chiusura dei locali risulta un provvedimento assurdo anche per il sindaco di Montù Beccaria Amedeo Quaroni titolare di una cantina vitivinicola e proprietario insieme alla sorella dell’agriturismo “La Casa dei Nonni”. «Gli agriturismi sono stati bersagliati sin dall’inizio. – commenta – Se ci limitate o ci fate chiudere, ci dovete permettere di sopravvivere attraverso dei contributi. Oltre all’agriturismo che ha registrato una drastica riduzione dei clienti anche la domenica a pranzo, è in sofferenza il mondo del vino. Le ordinazioni da parte dei gestori e titolari di ristoranti e bar stanno calando causandoci dei seri problemi».

In ginocchio pure la Seggiovia di Pian del Poggio, situata nel comune di Santa Margherita di Staffora, alla quale è stata imposta la chiusura. «Tutti gli impianti di risalita, ovovie, cabinovie e seggiovie, sono stati chiusi ingiustamente. – concludono Alessandro Custolari ed Alice Fossati gestori della seggiovia – È stata una decisione assurda. Noi che ci troviamo in un ampio spazio aperto ai piedi del monte Chiappo, siamo in grado di garantire il distanziamento e di evitare gli assembramenti. A causa del Dpcm abbiamo dovuto chiudere la seggiovia agli amanti del downhill e delle mountain bike che rappresentano un importante indotto non solo per la nostra stazione turistica ma per tutta l’alta valle Staffora».

Mattia Tanzi

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