Slitta al 10 dicembre la firma per l’ex Ilva
Cresce l’attesa per il nuovo piano industriale. Confermata la cassa integrazione fino al 26 dicembre
NOVI LIGURE – È stata rimandata al 10 dicembre la firma prevista per lunedì 30 novembre al Mi- nistero dello Sviluppo Economico dell’accordo tra ArcelorMittal e Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa. Un’intesa che dovrebbe dare vita a una compagine societaria capace di mettere insieme privato e pubblico con quote paritarie al 50%, nella quale lo Stato entrerà mettendo sul piatto circa 400 milioni di euro.
Al di là di questo ritardo, sindacati e lavoratori di tutti gli stabilimenti nazionali si augurano che a breve possa iniziare una nuova fase per il colosso siderurgico, a cominciare dalla realizzazione di un nuovo piano industriale e ambientale che possa offrire garanzie. Uno dei primi nodi da sciogliere sarà quello legati agli esuberi.
Le legittime preoccupazioni dei dipendenti, da nord a sud, per il momento rimangono. La settimana scorsa, nel sito novese è stato intanto siglato l’intesa che prevede il rinnovo della cassa integrazione da Covid per i 626 operai attivi in fabbrica. Le cifre rimangono le stesse rispetto all’accordo precedente, con un massimo di 430 persone presenti in fabbrica e distribuite tra i vari reparti.
La novità sostanziale è data dall’anticipo di 200 euro netti su base volontaria presi dallo stipendio di dicembre, da versare già nella bu-sta paga di novembre.
Una misura che andrà a beneficio dei richiedenti che al momento si trovano economicamente in maggiore difficoltà. Le attuali condizioni rimarranno in essere fino al giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre. «A ridosso di Natale ci incontreremo nuovamente con l’azienda per un’eventuale proroga – spiega Anna Poggio, segretario provinciale Fiom Cgil. – Abbiamo poi fatto presente alla proprietà il problema delle caldaie, che sono state pagate e che devono essere installate». Martedì della scorsa settimana si è tenuta, inoltre, una giornata di mobilitazione in tutti gli stabilimenti ex Ilva italiani.
Uno sciopero che si è concretizzato con due ore di stop al termi-ne di ogni turno. Al picchetto no- vese, organizzato dalle ore 12 alle 14 di fronte alla portineria, hanno preso parte anche il sindaco Gian Paolo Cabella e l’ex primo cittadino Rocchino Muliere.
Alle preoccupazioni esistenti si aggiunge anche quella relativa alla diffusione del Covid-19, con una quindicina di presunti casi che sarebbero stati registrati tra i lavoratori, parte dei quali asintomatici e alcuni in isolamento preventivo.
Luca Lovelli