Beato Filippo Rinaldi

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Il 5 dicembre la Chiesa ricorda Filippo Rinaldi, sacerdote salesiano beatificato da Giovanni Paolo II il 29 aprile 1990. Fu il terzo successore di san Giovanni Bosco. Nacque a Lu Monferrato, in provincia di Alessandria, il 28 maggio 1856, ottavo di nove figli. Conobbe, da fanciullo il santo nel suo paese, in una delle passeggiate che lui faceva con i suoi giovani. A 10 anni il padre lo iscrisse al collegio salesiano di Mirabello che lasciò pochi mesi dopo. Don Bosco gli scrisse e cercò di farlo tornare, ma Filippo fu irremovibile. Nel 1874 il santo in persona andò a Lu per convincerlo a seguirlo a Torino ma senza successo. Solo tre anni dopo riuscì, finalmente, a persuaderlo Filippo che, all’età di 21 anni, intraprese, a Sampierdarena, il cammino per la vocazione sacerdotale. Nel 1880, dopo il noviziato, emise i voti perpetui nelle mani di don Bosco. Nel 1882 fu ordinato sacerdote. Poco tempo dopo fu nominato direttore di un collegio per vocazioni adulte.

A pochi giorni dalla morte di don Bosco, il beato volle confessarsi da lui che, prima di assolverlo, senza forze, gli disse soltanto una parola: «Meditazione». Nel 1889 don Michele Rua, primo successore del santo, nominò Rinaldi direttore a Barcellona e poi ispettore di Spagna e Portogallo.

In nove anni, grazie anche all’aiuto economico della venerabile Dorotea Chopitea, fondò 16 nuove case. In seguito fu nominato Prefetto generale della Congregazione.

Nel nuovo incarico, don Rinaldi continuò a lavorare con zelo, senza mai rinunciare al suo ministero sacerdotale e svolgendo il suo compito di governo con prudenza, carità e intelligenza. Nel 1910, dopo la morte del beato Michele Rua, Rinaldi fu rieletto prefetto e vicario di don Paolo Albera, secondo successore di don Bosco. Nel 1921 fu proprio lui il terzo successore e diede un enorme impulso alle missioni: fondò istituti missionari, riviste e associazioni. Durante il suo rettorato partirono più di 1800 salesiani per il mondo. Compì numerosi viaggi in Italia e in Europa. Istituì l’associazione degli Ex allievi e fondò l’istituto secolare delle “Volontarie di don Bosco”. Ottenne da papa Pio XI l’indulgenza del lavoro santificato.

Maestro di vita spirituale, rianimò la vita interiore dei salesiani mostrando un’assoluta confidenza in Dio e un’illimitata fiducia nell’Ausiliatrice.

Il salesiano don Francesia disse: «A Don Rinaldi manca solo la voce di Don Bosco».

Morì il 5 dicembre 1931, a Torino e le spoglie mortali riposano nella cripta della basilica torinese.

Daniela Catalano

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