«A.C. luogo di crescita umana e cristiana»
L’Azione Cattolica inizia il nuovo triennio con la nomina di Giulia Silla a presidente
TORTONA – Con il decreto datato 24 giugno, essendo scaduto il mandato di Raffaele Bonaventura, il vescovo ha nominato la tortonese Giulia Silla, presidente diocesana dell’Azione Cattolica Italiana per il triennio 2020-2023. Giulia, che ha compiuto 29 anni lo scorso 1° giugno, ha una laurea in Scienze dell’educazione e si è specializzata in consulenza pedagogica per la disabilità e la marginalità presso l’Università “Sacro Cuore” di Milano; ha seguito un master in consulenza familiare e svolge il compito di educatrice presso la cooperativa “San Carlo Onlus”.
È entrata a far parte della famiglia dell’A.C. fin da bambina, nella parrocchia di San Matteo a Tortona dove ha sempre collaborato attivamente nell’A.C.R. e tra i Giovani, dedicando impegno ed entusiasmo alle attività associative. Ora è alla guida di questa storica realtà nata più di 150 anni fa e radicata nel tessuto diocesano. È sicuramente uno dei presidenti più giovani e una delle poche donne a ricoprire l’incarico.
«La nomina – ci ha raccontato Giulia che abbiamo sentito in questi giorni – è stata per me un bellissimo e, sinceramente, inaspettato riconoscimento. È stato anche un modo per ricordarmi che il disegno di Dio si manifesta soprattutto nella nostra quotidianità e che noi non possiamo mai pianificare tutto». Il fatto di essere una giovane donna le ha permesso di ricevere «molte attestazioni di stima, di fiducia e di sincera gioia da parte degli associati e non solo».
«L’Azione Cattolica – ha raccontato – è stata presente nella mia vita fin da quando ero bambina.
Posso dire che l’associazione è stata e continua a essere per me luogo di crescita umana e cristiana.
Grazie all’A.C. ho costruito autentiche relazioni di amicizia che continuano a vivere al di là dell’età, del tempo e della distanza».
Le abbiamo chiesto di spiegarci qual è il ruolo dell’Azione Cattolica in diocesi e nella Chiesa italiana e lei ci ha risposto con le parole dello Statuto Nazionale: «realizzare il fine generale apostolico della Chiesa».
«Le parole di Giovanni Paolo II, in occasione dell’Assemblea Straordinaria del 2003, – ha aggiunto – riassumono, a mio parere, alla perfezione l’impegno di noi laici di A.C.: “far incontrare il Vangelo con la vita” e mostrare quanto la “bella notizia” corrisponda alle domande profonde del cuore di ogni persona e sia la luce più alta e più vera che possa orientare la società nella costruzione della “civiltà dell’amore”». La nuova presidente per il futuro auspica che «l’Azione Cattolica possa continuare a dare un serio e prezioso contributo nella vita della Chiesa locale e nazionale e della società in cui viviamo».
Martedì 7 luglio si è riunito per la prima volta il nuovo consiglio del triennio che ha eletto la presidenza. Per quanto riguarda il programma del prossimo triennio la presidente ha spiegato che «non viene elaborato dal presidente, ma esistono diversi documenti sia a livello nazionale sia diocesano che indicano le linee guida e gli obiettivi che l’associazione si impegna a perseguire». «Ci sono, però, alcune attenzioni – ha detto – che cercherò di evidenziare durante mio incarico. Vorrei un’Azione Cattolica presente con il suo carisma nelle parrocchie, impegnata a contribuire, con le peculiarità che la contraddistinguono, a rispondere ai bisogni delle persone e della Chiesa di oggi».
«La tessera di Azione Cattolica – ha dichiarato – ha un significato profondo che è quello dell’appartenenza a un gruppo di persone che decidono di camminare insieme e di portare avanti un progetto comune. Significa anche prendersi cura dell’associazione che, grazie al contributo dei suoi soci, può concretamente realizzare il suo impegno».
In questo senso anche «l’ascolto, il dialogo e il confronto con il vescovo, con gli assistenti, don Claudio e don Luca e con il tutto il clero, penso sia una prerogativa per camminare insieme come Chiesa nella luce del Risorto».
Il desiderio di Giulia per il prossimo triennio «è quello di poter tornare a vivere in maniera significativa l’A.C. in parrocchia e nelle realtà locali in cui ogni socio vive». «In particolare – conclude – mi piacerebbe che i gruppi dell’Azione Cattolica dei Ragazzi tornassero a popolare le nostre parrocchie perché credo fortemente nella proposta di iniziazione cristiana associativa. Bisogna partire dalla formazione dei bambini e dei ragazzi per proseguire con gli a-dulti perché il Signore parla nella vita di ognuno di noi».
Daniela Catalano