A Carnevale ogni scherzo vale?

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In questo Carnevale 2020 è stato il Covid-19, il Coronavirus, a perpetrare uno scherzetto, per usare un eufemismo. Fino a venerdì scorso tutto pareva nella norma: i ragazzi attendevano con ansia l’inizio delle vacanze di Carnevale e io avevo pensato all’ipotesi di poter trascorrere un paio di giorni fuori città. Non avevo fatto i conti con l’imprescindibile partecipazione della ragazza alla tradizionale veglia in maschera del lunedì grasso a Varzi, che, di fatto, sanciva l’irrealizzabilità dei miei desiderata.

La scelta della maschera aveva suscitato non poche perplessità: ci si traveste individualmente o si opta per un travestimento di gruppo? Le ipotesi furono le più disparate ma, come sempre, un validissimo ausilio arrivò dal web. Sono rimasta stupefatta dalla vendita on line delle tipologie più estrose di travestimenti: dai grandi classici fino al costume da Papa (!), in una galleria degli orrori da fare invidia ad Achille Lauro. Non volendo smentire la propria natura distonica rispetto ai gusti dominanti, la ragazza e l’amica optarono per un costume, ovviamente identico, che riproduce una tazza da wc con annesso rotolo di carta igienica e catenella dello sciacquone. A completare il tutto un iconico copricapo marrone.

Basita di fronte a cotanta finezza, non fui lasciata priva di un’esauriente spiegazione: «Non ti piace? Sono coperta e spiritosa. Preferivi che mi vestissi da coniglietta sexy con la tutina nera e le calze a rete?». Replico: «Non ti avrei fatto uscire nemmeno sul pianerottolo con una tutina nera però ci sarà una via di mezzo…». Ma l’ultima parola è stata la sua: «Vedrai: un successone!».

Nel frattempo giungiamo a domenica, quando arrivano le comunicazioni che conosciamo a memoria e il disincanto piomba sull’allegra comitiva: «Ma no! Non è possibile! Saremmo stati bellissimi! Dovevi vedere che travestimento stupendo avevano studia-to i ragazzi!». A questo punto si decide per una prova generale dei costumi, giusto “per vedere l’effetto che fa” e non neutralizzare l’investimento dell’acquisto.

Ho avuto così il privilegio di vedere indossate non solo le due famigerate tazze da wc, con risultato finale divertente e non volgare come temevo, ma, soprattutto, le tutine nere di cui sopra, corredate da raccapriccianti pellicciotti leopardati su tre marcantoni di sesso maschile: Michel Serrault quando si esibiva alla Cage aux folles ne “Il vizietto” non avrebbe saputo fare di meglio!

Il gruppo è molto abbacchiato di non poter mostrare in pubblico un risultato così eclatante, ma la speranza è l’ultima a morire: «Riponiamo bene i vestiti: prima o poi finirà questa emergenza e si recupereranno tutte le feste rinviate».

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