Accanto a lui da una vita: «Un’amicizia antica, fedele e buona»

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Ballestrino, che dal 2012 è direttore della Residenza Sociosanitaria per anziani “Casa Gaetano Luce” di Genova, è un caro amico di Mons. Guido Marini che ha conosciuto negli anni ’80, quando entrambi erano ventenni. La loro amicizia è cresciuta nel tempo e, anche se distanti, sono sempre rimasti uniti.

«Era l’ottobre del 1987, avevo appena compiuto 20 anni, e fu in occasione del nuovo ingresso in Diocesi del nuovo Arcivescovo di Genova, Mons. Giovanni Canestri, che conobbi Guido Marini. All’epoca io avevo iniziato a collaborare con il Settimanale cattolico, poi divenuto Il Cittadino, il giornale diocesano, e proprio in quell’occasione scattai le mie prime fotografie, che mi consentirono di fare conoscenza sia con il nuovo Arcivescovo sia con il giovane Guido, che poi diventarono entrambi miei amici.

Ricordo che Mons. Canestri scelse Guido come suo segretario quando era ancora seminarista e fu proprio lui ad ordinarlo presbitero il 4 febbraio 1989 nella sua parrocchia di origine, quella di Santa Maria Maddalena e S. Gerolamo Emiliani. All’epoca l’Arcivescovo conferiva il Diaconato a tutti i candidati nella cattedrale e l’Ordine nelle parrocchiali di provenienza dei futuri preti.

Sono innumerevoli i ricordi legati agli anni nei quali il Card. Canestri fu guida dell’Arcidiocesi genovese. Era il periodo della nostra gioventù, mia e di Mons. Marini, con il quale sono quasi coetaneo ed è quello che ha visto crescere la nostra amicizia che oggi, come mi ha detto lui il giorno della sua ordinazione episcopale a Roma, è «ormai antica, fedele e buona». Certamente è “antica” visto che ci conosciamo da più della metà degli anni della nostra vita, “fedele” perché nonostante la distanza e la poca frequentazione, si è mantenuta con sentimenti di affetto e stima reciproca, “buona” perché cresciuta nella nostra Madre Chiesa. Il cuore custodisce tanti momenti vissuti insieme a Mons. Guido: dall’ordinazione presbiterale alla concelebrazione eucaristica nel giorno del mio matrimonio con Nicoletta; dagli esercizi Spirituali, più volte tenuti da lui, al periodo fecondo della sua guida come padre spirituale; dai momenti tristi come i funerali del papà Roberto e della Mamma Maria Letizia, ai i momenti sportivi che lo hanno visto acclamato portiere della squadra di calcio dei sacerdoti genovesi e campione giovanile ligure di tennis con il quale giocare una partita sotto casa. E poi ci sono le cene a casa nostra, la partenza per Roma con un piccolo aiuto nel suo trasloco e le successive visite in Vaticano.

Come dice San Paolo nella lettera ai Corinzi, «tutto è grazia» e penso veramente che il Signore mi abbia donato una grande grazia mettendo sul cammino della mia vita Mons. Marini. La stessa grazia che ora è data a tutto il popolo della diocesi di Tortona».

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