Agata la santa “buona” ha offerto la vita a Dio

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Mons. Marini ha celebrato la Messa a Santhià in onore della patrona della città

SANTHIA’ – Mercoledì 5 febbraio Santhià ha festeggiato la patrona sant’Agata con la solenne celebrazione alle ore 10 presieduta da Monsignor Guido Marini, accolto dal prevosto don Andrea Matta e dalle altre autorità civili e militari rappresentate dal sindaco Angela Ariotti. Il vescovo, insieme ai canonici del Capitolo e a tanti altri sacerdoti giunti da ogni parte della Diocesi di Vercelli, ha presieduto il rito dell’offerta dei Ceri nel quale gli enti, i gruppi ecclesiali, le associazioni di volontariato, le compagini folkloristiche e tutta la comunità santhiatese hanno portato il loro omaggio alla patrona. A seguire la S. Messa, animata dal coro “Voci della Giara” di Roasio. Hanno prestato servizio liturgico, insieme ai ministranti di Santhià, anche gli alunni del seminario arcivescovile di Vercelli accompagnati dal rettore mons. Stefano Bedello, vicario generale, già prevosto della comunità santhiatese. Mons. Marini nell’omelia ha manifestato la sua gioia di essere a Santhià per festeggiare sant’Agata «una grande santa che generalmente viene definita “buona”». «Un termine così abituale che rischia di farci apparire la bontà come qualcosa di non così importante. – ha proseguito il vescovo Agata, invece, ci induce a riflettere meglio: la sua bontà è riflesso splendente della bontà infinita di Dio. E, se ci pensiamo bene, anche la bontà di Dio non è così scontata. Proprio in questa bontà infinita possiamo collocare e comprendere i momenti difficili e le prove cui la vita ci sottopone». Mons. Marini ha invitato a guadare nel profondo della patrona santhiatese: «Agata esprime la sua bontà, riflesso di quella divina, attraverso una duplice via. Quella della verginità e del martirio». «La verginità – ha detto – si traduce in un’accoglienza sponsale del Signore che consente ad Agata di raggiungere un’intimità intensa e assoluta con Dio. Agata è stata “buona” perché ha accettato l’incontro con il Signore e a Lui si è offerta interamente. Alla verginità ha associato il martirio che non vuole semplicemente significare il sacrificio della vita: il martirio esige anche un atto di misericordia e perdono nei confronti dei persecutori». Mons. Marini ha concluso l’omelia con un’invocazione rivolta a tutti i presenti: «Preghiamo Agata e il Signore perché ci diano la grazia di essere buoni in quanto riflesso dell’infinità bontà di Dio in questo mondo incapace di amare davvero». La festa è proseguita nel pomeriggio quando alle ore 17.30, prima dell’ultima celebrazione eucaristica, sono stati cantati i secondi Vespri capitolari, con la benedizione eucaristica, presieduti dal canonico prevosto Andrea Matta.

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