Ai piedi della Lagrimosa
Sabato scorso si è tenuto il pellegrinaggio mariano vocazionale nella Collegiata di Novi Ligure
NOVI LIGURE – Ai piedi della Madonna Lagrimosa, venerata nella parrocchia della Collegiata di Novi Ligure, è iniziato il pellegrinaggio mariano vocazionale di sabato 21 ottobre, sgranando la corona del rosario. È seguita la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo Mons. Guido Marini e concelebrata da don Massimo Bianchi, don Angelo Vennarucci, don Livio Vercesi, don Claudio Baldi e don Paolo Padrini. Erano presenti alcune famiglie di religiose. All’inizio della celebrazione il vescovo ha rinnovato l’invito a pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, e per il cammino dei giovani che quest’anno hanno avviato il percorso propedeutico nel seminario di Tortona. Mons. Marini ha poi preso spunto dalla prima lettura (Rm 4,13.16-18): «La nostra preghiera prende esempio dalla fede di Abramo: egli ebbe una grande discendenza, fu padre di molti popoli, in ragione della sua fede. Credette davvero al Signore, alla sua promessa e al suo amore. Questo ci ricorda che se preghiamo veramente con fede, credendo all’amore del Signore, credendo che Egli desidera esaudire le nostre richieste, la nostra preghiera porta realmente frutto e tocchiamo con mano la grandezza e la bontà di Dio che ci dona una discendenza numerosa e uno sterminato numero di popoli». Nell’omelia ha quindi sottolineato una espressione del Vangelo che a una prima lettura appare forte, dura da ascoltare, forse anche da capire. Nelle parole di Gesù è stato letto, infatti: “A chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato” (Lc 12, 10). «Quale è l’opera dello Spirito Santo nel nostro cuore e nella nostra vita? La sua opera è quella di farci consapevoli del nostro essere figli nei confronti di un Dio che ci è padre, di essere amati incondizionatamente da questo Dio che è il nostro salvatore, di essere nelle sue mani che ci proteggono, ci custodiscono, ci accompagnano fedelmente nel cammino della vita. Lo Spirito è colui che nel nostro cuore grida “Abbà, papà!”. Lo Spirito non si stanca mai di essere questo grido filiale che dalle profondità del cuore sale verso Dio, di essere questo suggeritore fedele e amico che ci rimette sempre davanti il volto di Dio, padre amorevolissimo e misericordioso. Amorevolissimo! Capiamo, allora, che cosa significa bestemmiare lo Spirito Santo e che cosa significa che la bestemmia rivolta allo Spirito non può ottenere perdono, non perché il Signore non voglia perdonarci, ma siamo noi che possiamo metterci in una condizione tale per cui non è possibile ricevere il perdono, perché non crediamo al perdono, perché non crediamo all’amore di Dio, perché non crediamo che la sua misericordia sia tanto grande e capace di perdonare fino in fondo ogni nostra colpa e ogni nostra miseria ». Alla luce di quella parola ascoltata, il vescovo ha guidato l’assemblea a chiedere una grazia: la grazia di essere sempre in ascolto di questa voce amica che grida “Abbà, papà!” dentro di noi, in ascolto di questo suggeritore che ci presenta il volto dell’amore misericordioso, infinito del Signore, che è il Signore, in ascolto di questa presenza fedele che in ogni istante stringe quel legame filiale che ci lega a un Dio che ci è padre amorevolissimo. Il Pastore diocesano ha proseguito chiedendo che la Messa sia proprio un inserimento sempre più vivo nella vita di Gesù e noi possiamo vivere come Lui, in Lui e con Lui il nostro essere figli, amati, curati, custoditi, accompagnati, perdonati, sulla palma della sua mano dove Egli continuamente ci guarda e dove Egli appassionatamente ci ama.
Lucia M. Gradi