Aiutiamo chi aiuta
L’iniziativa di solidarietà del Popolo: fatti, non parole
La pandemia sta mettendo a dura prova un numero sempre più alto di persone e di famiglie che vivono nelle nostre città. È venuto il momento di impegnarci per questi fratelli in difficoltà economica. Ma non a parole, con i fatti.
Il Popolo, che da sempre è attento agli ultimi e ai bisognosi, nello spirito della carità evangelica, ha deciso di devolvere alla Caritas diocesana il corrispettivo del costo della cena che annualmente, prima di Natale, offriva a tutti i suoi collaboratori per condividere attimi di fraternità e per scambiarsi gli auguri. L’appuntamento quest’anno non si potrà tenere a causa del Covid. Allora, perché non trasformare una tradizione del giornale in un’occasione per fare beneficenza? Si tratta di un gesto simbolico, ma di un gesto concreto.
Abbiamo scelto quale destinatario della nostra donazione la Caritas perché sappiamo che sta portando il suo vasto aiuto a tante realtà diocesane. Qui sotto scopriamo, per esempio, che cosa sta facendo a Tortona dove si è creata una sinergia virtuosa tra le forze sane della comunità (Comune, frati cappuccini, istituto “Santachiara”, oratorio “San Luigi Orione”, Casa di Accoglienza…).
Nei prossimi giorni pubblicheremo la foto della consegna del nostro assegno alla Direzione della Caritas; tutto sarà documentato. Noi abbiamo iniziato a fare la nostra parte: adesso tocca a voi!
Il particolare periodo che stiamo vivendo fa emergere le fragilità in modo molto evidente, in particolare interessando una sempre più vasta fascia di persone delle nostre città. La Caritas diocesana è attiva nelle diverse realtà parrocchiali cercando di venire incontro a queste nuove povertà, che si manifestano sotto diversi aspetti, con i Centri di ascolto e con l’intervento diretto fatto di aiuti concreti come la consegna ai nuclei famigliari in difficoltà di generi alimentari di prima necessità.
L’emergenza nel Tortonese si è anche concretizzata con la temporanea indisponibilità del servizio mensa solidale dei frati cappuccini che da diversi anni svolgono quotidianamente. Una bella risposta dei servizi caritativi della città ha permesso il proseguimento del servizio, con il coinvolgimento di diverse risorse tortonesi (Comune di Tortona, comunità dei frati cappuccini, istituto “Santachiara”, oratorio “San Luigi Orione”, Casa di Accoglienza e numerosi volontari impegnati nei diversi servizi e associazioni oltre al coordinamento della Caritas) in una sinergia di solidarietà che costituisce una reale e concreta risposta all’emergenza. Questa fattiva collaborazione tra diversi enti e associazioni in un intento comune può davvero essere per Tortona un seme per poter coinvolgere sempre più persone in modo stabile anche quando l’emergenza sarà passata e il convento dei frati cappuccini potrà riprendere il suo esemplare servizio di aiuto concreto e diretto alle persone più in difficoltà della città.
La collaborazione tra i vari enti può permettere di creare una rete solidale efficiente e più efficace per intercettare i diversi bisogni delle persone che nella nostra società spesso non appaiono perché considerati invisibili. Questo cammino insieme nella cooperazione potrebbe anche permettere di riattivare servizi di aiuto oggi purtroppo sospesi o in difficoltà a causa delle ristrettezze dovute alle norme anti-pandemia o alla mancanza di volontari spesso di età avanzata che giustamente rinunciano, sebbene a malincuore, al loro servizio.
Altro elemento di forte emergenza creatosi a causa della pandemia e dell’interruzione di molte attività tra cui le fiere e le manifestazioni pubbliche, è la realtà delle famiglie dello “spettacolo viaggiante”, il popolo di lavoratori con le famiglie che si spostano da un luogo all’altro in occasione di fiere e mercati e che purtroppo ormai da diversi mesi si trovano nell’impossibilità di lavorare e quindi di percepire redditi. Nella nostra diocesi in diversi comuni trovano riparo questi nuclei famigliari che in condizioni normali portano gioia e divertimento con le loro attrazioni, ma che ora purtroppo rappresentano quel folto gruppo di nuovi poveri e si ritrovano costretti a chiedere aiuto ai diversi servizi di solidarietà. È sicuramente una condizione solo temporanea che potrà cambiare non appena la pandemia permetterà nuovamente il riattivarsi delle condizioni normali, ma è comunque essenziale intervenire urgentemente in aiuto di queste realtà per evitare che si trovino nella necessità di ricorrere a ambiti interessati da fenomeni di usura o malavita.
La Caritas cerca di rispondere a queste necessità mediante i volontari che prestano il loro servizio nei diversi ambiti di intervento, a cui va il ringraziamento per il tempo speso, risorsa sempre più importante: come per il buon samaritano che dedica il suo tempo al prossimo, è un modo privilegiato di occuparsi dell’altro.
Luca Simoni