All’Emporio della Solidarietà la spesa si fa con i punti

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Aperto a Voghera il primo “supermercato” che fa parte del progetto della Caritas diocesana per aiutare le famiglie in difficoltà. Da settembre in via Zanardi Bonfiglio è iniziata l’attività di consegna dei beni di prima necessità.

L’aumento delle disuguaglianze sociali e della povertà è un fenomeno diffuso in tutta Italia che è diventato evidente anche nella Diocesi di Tortona. Con la pandemia, inoltre, sono emerse nuove condizioni di disagio che vedono sempre più famiglie costrette a vivere in solitudine le proprie difficoltà. La Caritas diocesana, attraverso gli Sportelli di Ascolto, individua queste forme di emarginazione e cerca di realizzare progetti capaci di sconfiggerle. Uno di questi è l’Emporio della Solidarietà che ha visto la luce a Voghera, in via Zanardi Bonfiglio, e che è operativo dallo scorso mese di settembre.

Gli Empori della Solidarietà sono stati “inventati” alcuni anni fa dalla Caritas ambrosiana e sono diffusi in molte regioni italiane. Rappresentano una soluzione dignitosa alle nuove povertà, che non vuole scadere in un facile assistenzialismo e intende non dimenticare il valore educativo del sostegno costante.

A seguire le attività del primo Emporio diocesano è Elisa Finocchiaro, che lo gestisce in sinergia con gli operatori della Casa della Carità vogherese.

Elisa, 31 anni, di Volpedo, ci racconta come funziona e quali sono le sue finalità.

«L’Emporio della solidarietà è un piccolo supermercato al quale accedono famiglie che hanno un ISEE troppo alto per ricevere il pacco alimentare o altri tipi di servizi. Il nostro target, infatti, è quello di persone con un ISEE appena al di sotto della soglia di povertà e con una situazione economica molto fragile. Nell’Emporio si trovano sia beni alimentari di prima necessità (olio, pasta, pelati, scatolame, zucchero, caffè, biscotti, omogeneizzati), sia prodotti per l’igiene della persona e della casa (shampoo, bagnoschiuma, dentifricio, detersivo per i pavimenti, per i piatti e per gli indumenti). Tutti i prodotti hanno un valore espresso in “punti” e ogni punto corrisponde a 1 euro. Si accede con una tessera su cui è caricata una base di 70 punti per il capofamiglia, più 10 per ogni ulteriore membro.

La tessera è ricaricata per 13 mensilità, ogni 4 settimane; il rinnovo, però, non è automatico ma è vincolato a un colloquio obbligatorio che ci permette di monitorare la situazione della famiglia inserita nel progetto. Noi seguiamo 30 famiglie, di cui alcune anche numerose, che vivono in città o in comuni limitrofi come Casei e Codevilla e che sono indirizzate a noi dallo Sportello di Ascolto della Casa della Carità». Elisa racconta con orgoglio che le famiglie che si rivolgono all’Emporio trovano persone che le accolgono, le ascoltano e si interessano della loro vita. Più della metà degli utenti non sono italiani ma arrivano dal Nord Africa e spesso non parlano neppure bene l’italiano; molti, però, dopo un primo periodo, hanno iniziato a fidarsi e a raccontare ciò che hanno vissuto. «Della famiglia – spiega Elisa – non si valuta solo la condizione economica ma si cerca di darle una mano anche per ottenere alcuni servizi essenziali come i buoni spesa o un affitto più adeguato alle entrate economiche. In alcuni casi si fornisce anche un sostegno psicologico mediante l’attività dei consultori. Il colloquio, che teniamo una volta al mese, ci permette di conoscere meglio il nucleo familiare. Le famiglie sono coinvolte in percorsi di recupero dell’autonomia e sono educate all’uso responsabile del denaro».

La prima differenza principale dell’Emporio rispetto al pacco alimentare è proprio la finalità educativa. «I punti – spiega Elisa – scadono ogni mese e non si possono accumulare, bisogna che siano “spesi” tutti e quindi devono essere gestiti. Uno degli errori che alcuni commettevano all’inizio era spenderli in beni non necessari; solo con il tempo è stato possibile far capire loro come utilizzarli al meglio.

La scadenza dei punti permette di imparare a utilizzare in modo intelligente il proprio budget».

La seconda differenza è la durata dell’aiuto: all’Emporio si può accedere per un tempo che è variabile tra 6 mesi e un anno. «Il nostro obiettivo – aggiunge la responsabile – è anche quello di incentivare il lavoro degli altri membri della famiglia.

Il 90% delle famiglie ha un solo stipendio e con tutte le spese non arriva a fine mese. Abbiamo, perciò, attivato una collaborazione con l’istituto “Santachiara” per alcuni progetti come la “Dote Unica Lavoro”, che vuole essere uno strumento per aiutare i giovani e offrire loro una possibilità lavorativa».

Elisa con tutti i “clienti” dell’Emporio ha un rapporto educato, paritario e gentile ed è aiutata dal suo collaboratore Atik El Fantani che si occupa del lavoro materiale e spesso, grazie al fatto che è marocchino, offre supporto nella comprensione linguistica. Il supermercato è aperto tre giorni alla settimana: lunedì e venerdì mattina dalle 10 alle 13 e il mercoledì pomeriggio dalle 14 alle 17. In questi orari i membri delle famiglie accreditate possono recarsi ad acquistare i prodotti anche più volte alla settimana fino all’esaurimento dei punti.

La merce, esposta in modo ordinato e gradevole, arriva in parte dal Banco Alimentare di Novi Ligure, in parte dal FEAD (Fund for the European Aid to the most Deprived) cioè il Fondo di aiuti europei agli indigenti, lo strumento dell’Unione Europea creato per il contrasto della povertà materiale e in parte da donazioni di supermercati e di persone di buona volontà.

Per il 2021, inoltre, il Comune di Voghera ha stanziato un contributo di 15.000 euro per acquistare prodotti da destinare sia al Banco Alimentare sia all’Emporio.

Ai clienti è offerta la possibilità di acquistare non solo prodotti a lunga conservazione ma anche prodotti freschi, come frutta e verdura o pasta fresca venduta congelata, che ogni giorno sono offerte dall’Iper e da Lidl.

«La nostra speranza – conclude Elisa – è riuscire a rendere indipendente il maggior numero di famiglie che in questo modo potrà lasciare l’Emporio, permettendo ad altre di accedere e di vivere la stessa esperienza».

Daniela Catalano

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