Ansia da Università
di SILVIA MALASPINA E CAROLINA MANGIAROTTI
Settembre sarà anche “tempo di migrare”, come poetava il buon D’Annunzio, ma è anche tempo dell’avvio dell’anno scolastico, quando, armati dell’entusiasmo che contraddistingue i nuovi inizi, ci si prefiggono buoni propositi e si affronta la routine quotidiana con un’energia che, ahinoi, tende a scemare man mano che i giorni passano. Il nostro settembre ha dovuto attendere il giorno 25 per l’avvio non dell’anno scolastico, bensì dell’anno accademico, anche se, da giorni, circolavano impressioni e commenti sul mondo universitario da parte di amici frequentanti facoltà iniziate intorno al 10 del mese: «Gli “ingegneri” sono disperati: al Politecnico di Milano li stanno ribaltando! Dopo che avevano superato il test di ammissione erano tronfi: “Andrà benissimo! Abbiamo sempre avuto 9 in Matematica: Analisi I non sarà un problema!” Adesso stanno impazzendo a studiare e si lamentano anche che la vita da pendolari è durissima… che piattole!» «È un cambiamento notevole: all’università il professore certo non indaga se tutti abbiano capito o se debba soffermarsi su un argomento: bisogna arrangiarsi da soli ed eventualmente chiedere aiuto ai compagni. Vedrai che, anche nella tua facoltà, in poco tempo si creerà un fiorente mercato degli appunti per sopperire a lacune e incomprensioni su qualche punto delle lezioni. Sulla questione pendolarismo i tuoi amici hanno ragione, anche perché eravate abituati ad andare a scuola a piedi; direi che questo è un inizio che necessita di particolari buoni propositi, soprattutto inerenti la pazienza!» Arriva il giorno fatidico dell’avvio dei corsi e la partenza del trinomio delle “chimiche” è scattante: «Perché partite alle 7.15 se avete lezione alle 9? Mi sembra un po’ presto: per arrivare a Pavia in autostrada ci vogliono al massimo 40 minuti, i vostri istituti sono anche vicini al casello.» «No, no, dobbiamo partire per tempo, non sappiamo bene dove sia il parcheggio, poi bisogna capire l’ubicazione delle aule.» L’esordio fila liscio come l’olio, anche se i primi commenti sono un po’ caustici, come da manuale: «Siamo quasi tutte ragazze. Su 117 matricole ci saranno circa 20 maschi, di cui guardabili 3 o 4… peccato, le femmine sono sempre malignette, io mi trovo più a mio agio con i maschi. Comunque, per ora, tutto ok!» Ma la nemesi storica per aver criticato i compagni piagnucolosi si abbatte fulminea il secondo giorno di frequenza: «Un disastro! Siamo rimaste bloccate tra Gropello Cairoli e Bereguardo 3 ore per un incidente! Da lunedì andiamo in treno. Siamo arrivate trafelate a lezione di Chimica; il prof. spiega velocissimo, mi sa che sarà bella tosta!» «Vedi? Come i tuoi amici provi i disagi del pendolarismo e ricorda che anche tu dicevi: “Non avrò problemi, ho sempre avuto 9 in Chimica!”, ma l’Università è tutta un’altra storia!»
silviamalaspina@libero.it